Concluso il progetto ISEED: citizen science e democrazia partecipativa

condividi
condividi
S. Bavetta, G. Revuelta, E. Montuschi, C. Llorente, A. Dimova e P. Barotta alla ISEED Final Conference

La crisi climatica in corso, l’emergenza sanitaria legata al COVID-19, le guerre sempre più frequenti, insieme a crisi finanziarie nazionali e internazionali, hanno alimentato la crescente sfiducia pubblica nella democrazia. Di fronte a tali sfide, quali strumenti possiamo mettere in campo per coinvolgere e ispirare le cittadine e i cittadini europei a partecipare attivamente alla governance democratica dell’Europa? A tale domanda ha cercato di rispondere il progetto ISEED - Inclusive Science and European Democracies, coordinato da Ca’ Foscari, con Principal Investigator la prof.ssa Eleonora Montuschi, docente di Filosofia della Scienza presso il Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali.

Il progetto ha coinvolto un team di ricerca internazionale proveniente da Italia, Francia, Polonia, Norvegia, Danimarca, Irlanda, Spagna, Bulgaria, Uruguay e Gran Bretagna, ed è stato finanziato da Horizon 2020 Ricerca e Innovazione (Grant Agreement No. 960366)

“Abbiamo analizzato e utilizzato i metodi della citizen science per valutare come le persone vengono coinvolte, insieme ad esperti e scienziati, in attività di ricerca collaborativa e con quali risultati – spiega la prof.ssa Montuschi. – Questo approccio permette di capire come stimolare cittadini e cittadine ad agire in qualità di decisori informati, e di orientare i decisori politici verso un ascolto più attento dei bisogni e degli interessi della collettività.”

Ci racconta qualche esempio di sperimentazione sul campo?

L'Università di Varsavia, partner ISEED, ha esplorato la produzione di conoscenza di base nel contesto della salvaguardia degli alberi e del verde. Negli ultimi anni, l'attivismo ambientale è aumentato significativamente in Polonia, in reazione a una nuova legislazione che ha semplificato l'abbattimento degli alberi senza permessi speciali. La distruzione massiccia degli alberi ha spinto cittadini ad attivarsi per monitorare e proteggere la natura rimasta. Attraverso questa azione collettiva, i cittadini e le cittadine hanno ritrovato un senso di comunità e sviluppato una comprensione condivisa del ruolo unico della natura negli habitat umani. Il team polacco ha intervistato su questi temi molte associazioni, che considerano ‘stakeholder intermedie’ rispetto alla rappresentazione istituzionale.

In Francia, per 3 mesi, gli abitanti dei comuni di Melesse e Libourne sono stati invitati a esprimersi sulla questione della riduzione dell'illuminazione pubblica notturna, esplorando e condividendo il loro rapporto individuale con l'oscurità attraverso la piattaforma digitale SPOT - Sciences Participatives Obscurité et Territoire creata dal Museo Nazionale di Storia Naturale di Parigi, partner ISEED. Sulla piattaforma era possibile fare domande e formulare raccomandazioni sull'oscuramento delle luci, basate sulle esperienze condivise delle due comunità. Quattro ricercatori del Museo hanno condotto un centinaio di interviste per valutare quanto, in questo caso, l’approccio di citizen science fosse lo strumento giusto per stimolare la partecipazione e prendere decisioni informate. 

Dall’entità della partecipazione a questi due esperimenti pilota abbiamo capito che la motivazione è una leva fondamentale per la partecipazione attiva e consapevole. Nel caso polacco l’alta partecipazione al sondaggio ha confermato l’attenzione della comunità per un problema locale, quotidiano, molto sentito. Nel caso francese una partecipazione minore ha messo in evidenza che un ‘topic’ identificato dall’alto non coinvolge necessariamente la cittadinanza, laddove questo non venga  percepito come un problema ‘prossimo’.

Un altro esempio interessante è quello condotto dal Ministero dell’Educazione dell’Uruguay, altro partner ISEED, che insieme al Sistema Educativo Nazionale ha investito sull’educazione alla partecipazione attraverso l’attivazione di ‘Science Clubs’ nelle scuole, spazi dove studenti e studentesse, guidati da tutor, vengono invitati a discutere su temi di scienza di loro scelta. Le attività mobilitano più di 50.000 persone ogni anno in 100 località in tutta l'Uruguay. Il numero annuale di Club varia tra 800 e 1000. Questa politica ha evidenti risultati positivi sulle comunità coinvolte, generando l'acquisizione di nuove competenze, costruendo un’attitudine al lavoro di squadra, stimolando creatività e innovazione.

Il progetto ha previsto anche una serie di workshop e l’utilizzo di uno strumento digitale sviluppato da Ca’ Foscari, l’Argument Extractor. Cosa è emerso ai fini dell’indagine?

Abbiamo organizzato sei workshop, di cui uno a Venezia, per discutere degli scenari futuri della democrazia. Hanno partecipato componenti della comunità accademica, cittadini e cittadine, ma anche rappresentanti delle associazioni, policy maker, giornalisti. Abbiamo individuato diversi scenari di partecipazione democratica: la partecipazione digitale, quando la cittadinanza si informa e partecipa ai dibattiti utilizzando il web; la partecipazione associativa, quando la cittadinanza si fa rappresentare dai gruppi sociali; la partecipazione istituzionale, in cui le istituzioni si fanno carico di favorire strumenti e procedure per promuovere una democrazia inclusiva e consapevole; la partecipazione epistemica, quando il cittadino è portatore di competenze e conoscenze che lo rendono attore consapevole nel dibattito pubblico. Questi scenari hanno dimostrato l’importanza di una discussione congiunta e convergente fra diversi stakeholders.

Per il progetto ISEED è stato realizzato dai docenti cafoscarini Massimo Warglien e Carlo Santagiustina uno specifico Argument Extractor: uno strumento digitale che consente di identificare ed estrarre dalle discussioni online argomenti e parole chiave su temi di interesse pubblico, come la pandemia, o la transizione ecologica. Un set di specifiche funzioni consente di estrarre enunciati causali e altre forme di argomentazione da dati testuali, come per esempio brevi post sui social media. Inserendo le informazioni richieste vengono processate e visualizzate le strutture delle argomentazioni e la loro frequenza, diffusione o articolazione in determinati ambiti di dibattito. Per esempio, a seconda del tema, è possibile vedere se prevale la polarizzazione della discussione o una frammentazione di sviluppo del dibattito, fenomeno più diffuso quando i temi dibattuti sono ancora poco discussi.

Qual è una delle consapevolezze più forti, risultato di questi anni di ricerca?

Senza dubbio l’importanza della partecipazione consapevole da parte della cittadinanza. Cittadine e cittadini devono avere gli strumenti per poter sviluppare una maturità etica e sociale per valutare la propria partecipazione alla ‘cosa pubblica’. In una serie di documenti programmatici finali abbiamo raccolto, nella forma di raccomandazioni e policy, una serie di suggerimenti di possibile utilizzo per i decisori politici, riguardanti il modo di praticare la scienza, come incentivare l’engagement pubblico includendo diverse voci e diversi interessi, come educare le giovani generazioni alla partecipazione, alla collaborazione e alla deliberazione. La lista completa appare delle raccomandazioni è consultabile nella pagina dedicata del sito ISEED.

Sara Moscatelli