"Queste rive ch’amai sì caldamente”: Venezia celebra Gaspara Stampa nel cinquecentenario della sua nascita dal 17 al 19 maggio 2023 in varie sedi della città, in una serie di appuntamenti organizzati dall’Università Ca’ Foscari Venezia (Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali Comparati), dal Centro Candiani e dal Circuito Cinema del Settore Cultura del Comune di Venezia, in collaborazione con la Società delle Letterate e l'Università di Sassari.
Gaspara Stampa (1523-1554) è una giovane poetessa piena di talento che nella Venezia degli anni fulgenti del Rinascimento, partendo da una situazione per più versi svantaggiata (non è di classe aristocratica, non ha patroni né patrone, è di sesso femminile e non è coniugata), riesce a imporre con grazia e durevolmente la propria autorità nell'ambiente intellettuale e artistico cittadino, e a conquistarsi una fama che è giunta fino a noi.
Nel cinquecentenario della nascita di Gaspara Stampa, a vari livelli di sensibilità riconosciuta ormai fra i più grandi poeti - se non la maggiore – della tradizione italiana, il convegno intende onorarne la figura e contribuire alla sua divulgazione, sia al fine di propiziare una maggiore accessibilità alla sua opera sia a quello, strettamente congiunto, di una revisione di quel canone che escludendola l'ha relegata, assieme a molte altre autrici, ai margini se non al di fuori della memoria letteraria.
Riconoscibile senz'altro fra i fondamenti dell'opera di ricostruzione di una storia del femminile ingegno, Gaspara Stampa è un caso di rilievo anche per la stretta connessione in cui si presentano la sua vita e la sua opera, catalizzatrici entrambe di molteplici interessi – dalla poesia alla musica, dalle arti visive alla storia della cultura e della società veneziana, dagli studi femministi alla dimensione storica delle passioni e della componente affettiva della vita umana. È questa varietà di approcci che il convegno intende valorizzare, alternando alle sessioni di studio (con contributi dei e delle maggiori studiosi/e della poetessa) un momento musicale e concertistico, in cui dare conto delle musiche dell'epoca destinate in vario modo a lei quanto di quelle composte, nel corso del tempo, sulla base dei suoi testi; uno di esplorazione della vicenda, vivace e popolata di donne illustri, dei suoi ritratti; un altro di accostamento al cinema e alla filmografia sul tema della “cortigiana onesta”, di stretta pertinenza al caso della Stampa; un altro ancora di verifica della di lei presenza (o assenza) nei/dai programmi scolastici e manuali di storia letteraria; un altro infine dedicato alla visita dei luoghi della città di Venezia che conservino ancora tracce, più o meno nette e probanti, della sua biografia, utilizzando come guida le notizie che su di lei possediamo nonché quanto documentato dalla sua stessa opera.
La manifestazione è pensata per un pubblico variegato e ad esso è diretta, contando di coinvolgere studiosi/e di varie discipline, insegnanti, studenti universitari e di scuola superiore, amanti della musica, del cinema e della storia dell'arte, autori e autrici di poesia, e tutta la cittadinanza – ivi comprese le sue autorità - interessata a conoscere un episodio sommamente significativo della storia di Venezia, del quale si è fatta vanto la storia letteraria italiana ed europea.
PROGRAMMA
Le celebrazioni si apriranno mercoledì 17 maggio alle ore 17.00 con un anteprima dedicata alla figura di Gaspara Stampa nel cinema alla Casa del Cinema di Venezia con la Proiezione del film Padrona del suo destino, di Marshall Herskovitz.
Si proseguirà giovedì 18 maggio con il convegno "Queste rive ch’amai sì caldamente” a Ca’ Bernardo (Università Ca’ Foscari Venezia) preceduto alle ore 15.00 dal Saluto delle autorità cittadine Autorità Accademiche, del Comune di Venezia, della Presidente della Società Italiana delle Letterate Elvira Federici e dei membri del Comitato Scientifico.
La giornata si concluderà con un prologo alla passeggiata veneziana nei luoghi legati alla biografia della poetessa.
Il giorno dopo, venerdì 19 maggio alle 9.00 si svolgerà la passeggiata “Sulle orme di Gaspara Stampa”, seguita alle 12.30 da un intervento dell’attrice Ottavia Piccolo nel cortile piccolo della sede centrale di Ca’ Foscari.
Il pomeriggio di venerdì 19 maggio proseguirà al Centro Culturale Candiani con ulteriori approfondimenti sulle arti, la presentazione del volume Gaspara Stampa: “Poi che m’hai resa Amor la libertade” e la conclusione con un concerto all’Auditorium Candiani.
Anteprima
Casa del Cinema, Venezia
Mercoledì 17 maggio, h. 17
Convegno
Giovedì 18 maggio, h. 10-19
Sala B, Ca' Bernardo
Venerdì 19 maggio, h 10:00-12:00
Passeggiata letteraria in Venezia sulle orme di Gaspara Stampa con didascalie storico-artistiche di Chiara Callegari e letture di Monica Farnetti
Centro Culturale Candiani – Mestre
h 16-17 (Sala Conferenze) - Gaspara Stampa e le arti
h 18:00-19:00 (Auditorium) - Concerto per Gaspara
Abbiamo chiesto al prof. Alessandro Scarsella, membro del comitato scientifico, di delineare la figura della poetessa veneziana per noi.
Chi è Gaspara Stampa e perché la sua figura non è ancora molto nota?
Bartolomeo Gamba la descrive così, romanticamente –
“una delle più avvenenti e leggiadre donzelle che nate sieno sott’al cielo di Padova. Da genitori agiati e nobili venne a luce l’anno 1523, e passò con essi a fermar sua dimora in Venezia. Qui sino da giovanetta comparve maestra nel suono del liuto e della viola, e crebbe poi nell’amor degli studi, e soprattutto di quelli della lingua natia e della greca e della latina”.
Ma si tratta di una tanto colta quanto appassionata fanciulla la quale, come aggiungono i biografi, morì per mal d’amore. Nonostante sia stata salutata per la sua opera poetica come novella Saffo, e sebbene la sua raccolta circoli ancora oggi in edizione tascabile e le sue poesie siano facilmente scaricabili dalla rete, Gaspara non ha ottenuto popolarità solo perché, come per esempio Veronica Franco, non è stata resa soggetto di un film.
Quali sono gli aspetti di modernità in questa donna del Cinquecento?
Una donna che partecipa alla vita sociale nel Rinascimento rischia sempre, almeno in Italia, di apparire anticipatrice. In questo però era stata la cultura cortigiana, con i suoi valori e il suo galateo, a immettere la donna nel contesto e nel gusto della nuova produzione letteraria. Tuttavia oltre la barriera dell’arte e della poesia, c’era la realtà effettuale (come l’aveva definita Machiavelli) della politica e della guerra della quale - tranne rare eccezioni - alla donna giungeva l’eco solo attraverso i passi degli uomini. Anche a Gaspara Stampa si addice in parte la dimensione del lamento, secondo la consuetudine femminile. Ma su questo non tutte le studiose sono d’accordo e alcune considerano il libro pubblicato dalla sorella di Gaspara, Cassandra nel 1554, stesso anno della morte di Gaspara un vero atto politico, e non solo perché la editor avesse un nome tanto profetico. But sorry: ci sono anche studiosi, e non solo studiose, della delicata materia.
Che ruolo ha avuto nella poesia del Rinascimento?
Gaspara sfidò i petrarchisti alla moda in quel momento sul loro stesso terreno: la forma del sonetto, che lei riesce a perfezionare e modernizzare. Indubbiamente è lei, dal punto di vista estetico, la migliore poetessa italiana del Rinascimento, ossia di una scuola in cui primeggiano le figure eterogenee di Tullia d’Aragona, Veronica Gambara, Vittoria Colonna, la citata Veronica Franco e la sorprendente, commovente Isabella di Morra, poetessa del profondo sud. Certamente c’è una differenza tra lo splendore mondano di Venezia e la cupa atmosfera gotica dei castelli del Meridione. Venezia consentì a Gaspara di esprimersi, non di essere felice.
E' vero che Shakespeare l'ha in qualche modo citata nei suoi sonetti?
Non è escluso che Shakespeare ne abbia letto i sonetti. La sua conoscenza di libri italiani pubblicati dopo il 1550 è ben nota e sicuramente doveva considerare il sonetto un made in Italy. Se prendiamo un verso a caso dei sonetti di Shakespeare, per esempio, Kill me outright with looks and rid my pain, può corrispondere all’onda lunga del petrarchismo su scala europea, oppure al verso di Gaspara: Lui che mi può dar vita e dammi morte. La ricorrenza della parola “occhi” impressiona sia in Gaspara (122 volte su 211 componimenti) sia in Shakespeare (154 su 154!) Ma anche qui incidono i moduli del Petrarca, poeta dal temperamento androgino. Una cosa però accomuna certamente il canzoniere di Gaspara e quello di Shakespeare: la struttura triangolare – ossia l’irrompere a un certo di un terzo amante come unica via d’uscita da un amore indubbiamente tossico.