Verdiana Karol è una studentessa cafoscarina e frequenta il secondo anno del corso triennale in Lettere.
Hai capito subito quali erano le tue passioni?
Ho sempre amato profondamente la letteratura. Ho sempre provato un'emozione unica leggendo alcune poesie o alcuni romanzi che mi parlano al cuore e ho sempre sentito il desiderio di condividere con gli altri le mie opinioni, le mie idee e le mie sensazioni. Quando ero piccola scrivevo sempre delle piccole poesie da regalare a tutte le persone a cui volevo bene e già da allora sognavo di poter fare della scrittura il mio futuro, un giorno. Nel tempo sono stata attirata dall’archeologia, dalla cultura classica, dal teatro. Ma piano piano ho capito di voler trovare qualcosa che potesse permettermi di trasformare la mia passione in un’attività criticamente impegnata nel dibattito culturale contemporaneo. Così ho iniziato ad interessarmi al mondo del giornalismo, in particolare del reportage e del fotoreportage.
Quali sono, secondo te, i punti di forza del tuo corso? Ci spieghi perchè?
Io ho trovato un ambiente accademico fortemente attivo, aperto e pronto a valorizzare i punti di forza degli studenti e delle studentesse. Ciò che particolarmente apprezzo del mio corso è proprio il contatto diretto con i professori che, senza rinunciare ad una risata o ad una battuta, incoraggiano la partecipazione attiva e fanno della sinergia, del confronto consapevole con gli studenti e le studentesse il fulcro vivo delle loro lezioni. I docenti che ho incontrato sono sempre stati disponibili al colloquio, al chiarimento di qualsiasi dubbio, allo scambio di idee e opinioni. Inoltre, il corso che sto frequentando non solo consente di avere una formazione di base ampia e completa, ma permette anche di modellare il proprio percorso sulla base delle proprie attitudini e inclinazioni, mediante una variegata offerta di corsi a libera scelta che spaziano tra diverse discipline storiche, artistiche, filologiche, linguistiche in diversi contesti storico-geografici. Tutto ciò ci dà la rara e preziosa possibilità in ambiente universitario di non essere solo dei semplici numeri di matricola, ma menti fresche pronte ad arricchirsi in maniera dinamica e critica. Ciò che non si perde alla fine è proprio l’aspetto umano, nelle relazioni sociali, morali, intellettuali che intratteniamo, sia per le materie che studiamo, che per il modo in cui ci vengono trasmesse, dandoci la possibilità di esprimere pienamente la nostra persona in un mondo in cui tutto questo si sta sempre più perdendo.
Scegliere l'Università, e un corso in particolare, può essere un percorso complicato. Tu come hai fatto?
Io sono nata e cresciuta in Sicilia, ma ho deciso di trasferirmi a Venezia per intraprendere il percorso universitario. Ho riflettuto molto e valutato diverse opzioni prima di prendere consapevolmente questa scelta. Ho letto attentamente soprattutto il piano di studi dei diversi corsi per valutare quali materie fossero più inclini ai miei interessi e ho partecipato alle giornate dell’Open Day per confrontarmi direttamente con l'ambiente universitario e con studenti e studentesse pronti a condividere la loro esperienza.
Cosa significa per te fare parte della comunità cafoscarina?
Sentire di essere parte di qualcosa di più grande. Non sentirsi estranei o “di passaggio”. Far parte di questa comunità universitaria significa sapere di non essere da soli, di condividere non solo le iniziative proposte o i luoghi della vita universitaria, ma questo “viaggio” che ognuno di noi sta affrontando.
Quali sono i tuoi 'luoghi del cuore' della vita universitaria?
Fondamenta delle Zattere è il luogo a cui sono più legata. Ogni volta che esco dalle porte della biblioteca che si affaccia sul canale, rimango senza parole davanti allo spettacolo che mi trovo davanti. Porterò sempre nel cuore ogni passeggiata tra le pause di studio insieme ai miei amici, ogni tramonto ammirato a fine lezione.
Hai una passione che coltivi grazie (o parallelamente) all'esperienza universitaria? Ci racconti la tua esperienza?
Vivere e studiare a Venezia mi ha dato la possibilità di dare un nuovo volto ad una delle mie passioni più grandi, la fotografia. Ho seguito diversi corsi prima di trasferirmi, ma mai come adesso l'obiettivo della mia macchina fotografica era riuscito a catturare una bellezza equiparabile alla poesia che questa città regala in ogni suo angolo.
Che consigli dai alle nuove matricole cafoscarine?
Il consiglio che vorrei dare è di vivere la vita universitaria come crescita culturale e personale. Il suggerimento che mi era stato dato era di non dimenticare mai che non si raggiungono i propri obiettivi superando gli altri, ma con il vivo desiderio e il costante impegno di voler sempre superare se stessi. Non è facile, ma è importante non perdere la motivazione, soprattutto nei momenti più difficili, e ricordare che questo è il momento in cui finalmente possiamo esprimere pienamente noi stessi e aprire le porte al futuro che desideriamo costruire.
Dove ti vedi tra 10 anni?
Spero di poter fare ciò che più amo, scrivere. Scrivere per giornali e riviste, lavorare nel mondo della stampa e dell’editoria, della critica letteraria e della divulgazione culturale, senza mai dimenticare la mia passione per il teatro e la poesia. Magari poter essere nel campo della ricerca e portare avanti un mio progetto, poter pubblicare qualcosa che sia frutto della mia penna, dei miei studi, del mio modo di leggere e analizzare la realtà che mi circonda.