Antartide, conclusa la raccolta dati sul microbioma alla base Zucchelli

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La professoressa Elena Bougleux durante una sessione di raccolta dati con il personale della stazione antartica Zucchelli

Oltre 280 campioni ambientali e biologici, provenienti da 38 partecipanti volontari – circa il 50% della popolazione totale presente alla base - e una ricca serie di osservazioni etnografiche. È il frutto di tre mesi di ricerca e raccolta dati coordinata dall’Università Ca’ Foscari Venezia alla base antartica italiana “Mario Zucchelli”.

I dati serviranno a comprendere le dinamiche di trasmissione orizzontale del microbioma umano, fra individui e fra individui e ambiente. A raccogliere campioni e osservazioni etnografiche durante l’estate antartica è stata Elena Bougleux, professoressa associata in antropologia culturale presso l’Università degli Studi di Bergamo e parte del team cafoscarino nell’ambito del progetto Antarctic-Ome, finanziato dal Programma nazionale di ricerca in Antartide (Pnra).

«In questi tre mesi di condivisione e immersione quotidiana nella realtà della base - spiega Bougleux - il progetto si è esteso e radicato nella vita di tutti, adattandosi e plasmandosi al contesto della base, che a sua volta, lo ha arricchito di nuove prospettive e nuove domande di studio; la forza della nostra ricerca è stata l’aver vissuto all’interno, dentro al nostro oggetto di studio».

I campioni arriveranno in Italia tra aprile e maggio 2025. Saranno indirizzati al Laboratorio di Metagenomica Computazionale dell'Università degli Studi di Trento, leader partner del progetto, e l'Università degli Studi della Tuscia, per le analisi metagenomiche e colturomiche.

Sarà invece in capo all’Università Ca’ Foscari Venezia, che ha coordinato la componente etnografica del progetto, la mappatura delle interazioni sociali rilevate alla base, che verrà integrata ai risultati delle analisi metagenomiche per fornire un quadro più completo nella comprensione delle dinamiche di trasmissione del microbioma.

Un approccio multidisciplinare innovativo

È proprio l’approccio multidisciplinare, che combina per la prima volta l'etnografia con analisi metagenomiche, a costituire l’aspetto innovativo del progetto. «La permanenza nella base antartica della professoressa Bougleux ha permesso un'accurata osservazione e dettagliata registrazione delle reti sociali presenti alla base», spiega Roberta Raffaetà, professoressa associata in Antropologia culturale a Ca’ Foscari e coordinatrice della dimensione antropologica del progetto.

Le reti sociali «comprendono non solo le relazioni all’interno dei gruppi di ricerca, ma anche quelle che si sono costruite attraverso attività extra-lavorative e questo aspetto si rivelerà molto importante per lo studio quando i dati verranno messi in relazione con le analisi metagenomiche dei ricercatori dell’Università di Trento permettendo un'analisi dei dati rigorosa, alla prova delle reti reali di trasmissione».

Applicazioni future e impatto sociale

I risultati di Antarctic-ome avranno un impatto significativo in diversi campi. La comprensione delle dinamiche di trasmissione del microbioma sarà cruciale per lo sviluppo di nuove strategie per la prevenzione e il trattamento di "malattie non trasmissibili".

Inoltre, lo studio contribuirà ad approfondire la conoscenza dell'interazione tra fattori sociali, ambientali e biologici nella salute umana. La metodologia innovativa utilizzata, combinando etnografia e analisi genomiche, potrà essere applicata in altri contesti di ricerca, con particolare interesse a quelle svolte in ambienti estremi - come le missioni spaziali - fornendo nuove prospettive per lo studio del microbioma in diverse popolazioni e ambienti.

«L’applicazione dell’innovativa metodologia integrata è stata resa possibile proprio dalle condizioni peculiari della base antartica», spiega Nicola Segata, fondatore e responsabile del Laboratorio di Metagenomica Computazionale dell’Università di Trento, «garantendo condizioni di isolamento e limitate interazioni sociali, infatti, la base ha offerto un’opportunità unica per evidenziare le variabili in gioco per studiare la trasmissione del microbioma, ci siamo riusciti con successo e ora aspettiamo i campioni per capire cosa, attraverso le diverse metodologie di analisi, i dati ci sapranno raccontare sulla dinamica di trasmissione del microbioma».