Esce negli USA 'The Fabulous Journey of Alice and Pinocchio', di Laura Tosi

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Alice nel paese delle Meraviglie (1865) e Le avventure di Pinocchio (1883) sono due grandi classici, e per classici intendiamo “quei libri che ci arrivano portando su di sé la traccia delle letture che hanno preceduto la nostra e dietro di sé la traccia che hanno lasciato nella cultura o nelle culture che hanno attraversato (o più semplicemente nel linguaggio o nel costume)” [Italo Calvino in ‘Perché leggere i classici’].

Opere uniche e imitatissime, a lungo studiate, adattate e anche trasformate. Una lettura comparativa delle due opere la troviamo invece per la prima volta nel libro della prof.ssa di letteratura inglese di Ca’ Foscari Laura Tosi The Fabulous Journey of Alice and Pinocchio ed. McFarland, Jefferson, USA, 2018. Uno degli aspetti più interessanti di questo lavoro è l’analisi di testi, generi e personaggi che sono emersi in modo indipendente l’uno dall’altro, ma mostrano delle incredibili somiglianze, secondo l’autrice - che ha scritto il libro con Peter Hunt, titolare della prima cattedra di Children's Literature del Regno Unito.

A partire dagli autori, Charles Lutwidge Dodgson e Carlo Lorenzini, alias Lewis Carrol e Carlo Collodi, contemporanei, che non si sono mai conosciuti ma le loro biografie presentano curiosi punti in comune. Entrambi scapoli, deceduti a metà dei loro 60 anni, spartivano abitudini non convenzionali, come portare il cappello in casa, e hobbies, come il teatro. Entrambi hanno creato delle nuove immagini di infanzia, che avrebbero cambiato il corso della letteratura per ragazzi, e della fantasy, nei rispettivi paesi. Ogni autore per ragazzi successivo a questi due libri, nelle rispettive nazioni, inevitabilmente, ha dovuto confrontarsi con questi libri e con questi personaggi, Anche le loro biografie hanno dei lati ugualmente misteriosi. Ad esempio, dopo la loro morte parte della corrispondenza di entrambi è stata distrutta da un fratello, per occultare probabilmente alcuni sconvenienti scambi epistolari con il genere femminile, in una sorta di “censura preventiva” che ci ha privato di materiali utili alla ricostruzione delle rispettive personalità e biografie

Alice e Pinocchio sono tipici esponenti della loro società e in qualche modo riflettono degli stereotipi nazionali consolidati. Pinocchio è sentimentale, emotivo, credulone e un po’ furfante. Alice non perde mai il suo ‘aplomb’ e la sicurezza di avere sempre ragione. Alice è una tipica bambina Vittoriana, Pinocchio il prodotto del Post-Risorgimento italiano. Da una parte c’è la bambina borghese che si annoia a scuola, dall’altra il bambino povero che costringe il padre a vendere la giacca per comprare l'abbecedario. In Alice i riti del tè, in Pinocchio la fame. E tuttavia entrambi i personaggi mostrano un’oralità aggressiva e continuamente frustrata.

Entrambe sono opere che sfuggono a uno scontato didatticismo: Alice non impara niente dai personaggi che incontra nel suo ‘Paese delle Meraviglie’, mentre Pinocchio impara a leggere e scrivere (e diventa un bravo bambino) quando nessuno lo obbliga, semplicemente quando è pronto.
Anche i corpi dei due bambini sono oggetto di metamorfosi continua: Alice cambia sempre misura, sentendosi così inadeguata a quel mondo strampalato. Pinocchio nasce burattino ma poi si trasforma in asino e poi in bambino.

Un capitolo intero del libro della Tosi è dedicato alle riscritture postmoderne dei due classici. Interessanti quelle dell’americano Robert Coover, che scrive un sequel ambientato a Venezia dove incontriamo  un Pinocchio ‘dark’, molto più corrotto dell’originale. L’Alice di Coover è in menopausa, ingrassata, e come l’orginale non riesce a riconoscersi nel suo corpo che ha cambiato dimensioni, non più curiosa ma sempre in difficile relazione col mondo che la circonda.

Ma cosa succedeva ‘intorno’ a questi personaggi nel momento in cui furono creati? Cosa caratterizzava il resto della children’s literature del XIX secolo? Nell’ultima parte del libro Tosi analizza lo sviluppo di due generi, come quello della School Story e dell’Adventure Story, in Italia e in Inghilterra. E cosi si riparla di Cuore di De Amicis,  libro “socialista” che celebra l'utopia di una scuola laica e pubblica, un progetto - o un sogno -  interclassista. Un concetto impensabile nell’Inghilterra vittoriana, dove le school stories sono ambientate nei collegi d'élite che formeranno i futuri governanti e ufficiali coloniali dell'impero britannico. Harry Potter, anche ai nostri giorni, continua la stessa tradizione. Nel filone dei racconti d’avventura l’esotico popolato da pirati e fuorilegge dell’italiano Emilio Salgari si contrappone nettamente allo stile colonialista dell’inglese George Henty, cantore dell’Impero.

Infine vengono analizzati adattamenti e traduzioni. Pensiamo per esempio al Pinocchio ‘americano’ di Disney, che ha rimosso la fame e la povertà estrema del personaggio originale, ma è il vettore che ha reso famoso Collodi in tutto il mondo. In Russia Alice è stata tradotta da Vladimir Nabokov, che forse anche da lei ha preso qualche spunto per la sua Lolita.

A cura di Federica SCOTELLARO