Dalle aule di Ca’ Foscari alla storia del cinema in Canada passando per la NYU: l’alumnus cafoscarino, prof. Alberto Zambenedetti, è il nuovo Direttore del Cinema Studies Institute dell’Università di Toronto.
Il prestigioso Istituto, che celebra proprio quest’anno i 50 anni di attività, offre uno dei programmi di studio della settima arte più importanti e di lunga tradizione del Canada e di tutto il Nord America.
Il percorso accademico internazionale di Zambenedetti inizia con una laurea in Lingue e Letterature straniere “Scrissi una tesi sul rapporto testo/immagine nei film del regista gallese Peter Greenaway. La mia relatrice, la Prof.ssa Loretta Innocenti, fu di vedute estremamente aperte, e così i correlatori, il Prof. Flavio Gregori e il Prof. Vincenzo Patanè, che mi guidarono con commenti utilissimi. Ricordo come fosse ieri la discussione in aula magna a Ca’ Dolfin! La tensione, le domande del Prof. Paolo Puppa, e la sensazione che le cose fossero appena iniziate.“
La sua carriera però non si ferma a Venezia: “Mi sono scontrato con la dura realtà dei concorsi italiani e ho tentato la sorte all’estero. Sono riuscito a entrare alla New York University per un Master in Cinema Studies, e per mantenermi insegnavo corsi di lingua nel dipartimento di italiano. Dopo il Master ho proseguito con un PhD in italianistica sempre a NYU, dove ho scritto la tesi di dottorato sul cinema delle migrazioni italiane. Poi due anni di lettorato al College Staten Island (City University of New York), un anno alla University of Toronto come professore in visita, due anni di post dottorato all’Oberlin College in Ohio, e finalmente un lavoro fisso alla University of Toronto, dove mi trovo tutt’ora.”
Anche dopo le numerose esperienze in prestigiose istituzioni oltreoceano, per il Professore rimangono fondamentali l’impatto di Ca’ Foscari e del suo corpo docente: “Sono entrato all’università con molto scetticismo, per niente convinto che avrei portato a termine i miei studi. Non ero uno studente modello. Fortunatamente ho incontrato docenti che hanno saputo accendere in me la curiosità necessaria per continuare a imparare cose nuove, giorno dopo giorno, con molti sforzi per colmare le mie lacune. Oltre alle persone già ricordate, devo sicuramente molto al Prof. Paolo Balboni (teoria e tecnica della comunicazione di massa) e al Prof. Fabrizio Borin (storia del cinema). I compianti Prof. Rino Cortiana e Prof. Giovanni Cacciavillani mi insegnarono a leggere un testo in profondità e con dedizione. I Prof. Paolo Ulvioni e Prof. Giannantonio Paladini, che mi portarono ad amare la storia. E poi i lettori, esempi di vocazione all’insegnamento: la Prof.ssa Véronique Mounition e il Prof. John Moore su tutti.”
L’interesse e la passione per il cinema, però, precede gli studi universitari: “Fin da bambino, quando mia madre lo concedeva, saltavo la scuola per guardare i grandi classici in seconda serata, oppure le matinée su Rai 3 o su Rete 4. E poi le sale cinematografiche veneziane, che negli anni Ottanta, quando sono cresciuto, abbondavano. Ogni volta che torno a Venezia faccio una sorta di giro per salutare quegli spazi magici a cui è appartenuta la mia infanzia, che adesso ospitano ristoranti, negozi di maschere, boutique, o languono abbandonati (il Cinema Accademia, per esempio), ma che ancora portano i segni delle glorie passate, basta sapere dove guardare. I biglietti costavano poco, le caramelle anche. Poi ricordo con grande affetto le proiezioni dell’opera omnia di Stanley Kubrick al Cinema Olimpia grazie agli sforzi del Prof. Borin, le lezioni del CircuitoCinema tenute dal Prof. Roberto Ellero e dal grandissimo critico Roberto Pugliese. Ancora oggi, di tanto in tanto, spulcio quegli appunti per trovarvi ispirazione per le mie lezioni.”
Zambenedetti è tornato alle radici anche per quanto riguarda i suoi attuali interessi di ricerca, dedicandosi a progetti che celebrano il patrimonio cinematografico italiano “Ho appena completato una edizione critica di soggetti e sceneggiature del veneziano Francesco Pasinetti, figura fondamentale per la creazione e diffusione della cultura cinematografica in Italia ma poco conosciuta al di fuori dei nostri confini. Poi proseguo i miei studi felliniani (a Toronto si è appena conclusa una mostra che ho co-curato) e il mio interesse per la mobilità legata al cinema sottende sempre le mie letture e i miei saggi.”
Per concludere, il Professore enfatizza l’importanza di esperienze autentiche e personalizzate per chi vuole intraprendere un percorso nello studio della storia del cinema: “Direi che trovare dei mentori, dei modelli da seguire e a cui appoggiarsi è fondamentale. E poi andare al cinema spesso per vedere di tutto. L’offerta in streaming è talmente vasta da essere disarmante. Spesso si finisce con non vedere nulla, o peggio ancora, col guardare distrattamente. Meglio tornare in sala, dove il cinema è vivo e richiede la nostra attenzione. Solo così se ne scoprono i piaceri più autentici.