“Mentre alcune parti del mondo non sono ancora accessibili, iniziamo a viaggiare a Venezia”. Così Caterina Carpinato, prorettrice alla Terza Missione di Ca’ Foscari, ci introduce al convegno Alla ricerca della Venezia Orientale, in programma giovedì 17 febbraio, alle ore 15, all’Ateneo Veneto (San Marco 1897, Campo San Fantin, Venezia), che rientra tra le iniziative cafoscarine per ‘Venezia 1600'.
Dopo i saluti della Presidente dell’Ateneo Veneto, Antonella Magaraggia, studiose e studiosi di Ca’ Foscari presenteranno spunti e ricerche sulla componente "orientale" presente in città, tanto vasta quanto, in parte, sconosciuta. Interverranno: Caterina Carpinato, La Venezia nascosta dei greci sotto gli occhi di tutti; Aldo Ferrari, Luoghi e protagonisti della Venezia armena; Paolo Lucca, “Ancuo xe Savuod, andemo a Scola a dir amen.” Venezia, il ghetto, gli ebrei; Sabrina Rastelli, Dalla Cina alla Serenissima: Venezia e la via della porcellana e il presidente dell’Associazione guide turistiche di Venezia, Stefano Croce, Chi racconta Venezia? Situazione legislativa e sostenibilità’ turistica.
L’evento è organizzato in collaborazione con Associazione Guide Turistiche Venezia (AGTV) e Guide di Venezia per un Turismo Sostenibile e si rivolge a tutta la cittadinanza ma in modo particolare alle studentesse e agli studenti universitari, che Ca’ Foscari pone al centro delle proprie politiche culturali, anche quando varca i confini delle proprie sedi. Vivere a Venezia, infatti, non è solo frequentare gli spazi cafoscarini, ma può e deve diventare un’esperienza più completa.
“Al primo punto del piano strategico di Ca’ Foscari, nel segno della terza missione, si parla degli studenti come i nuovi protagonisti di questa città - sottolinea la prof.ssa Carpinato. - Vivere a Venezia costituisce un esercizio continuo di conoscenza. Bisogna aprire occhi, orecchie, libri e guardarsi intorno per capire che il senso dei propri studi è rintracciabile ovunque. Questa città è un’enciclopedia aperta per ogni area disciplinare, che sia scientifica, umanistica, economica o linguistica”.
L’incontro sarà l’occasione per conoscere più a fondo il patrimonio culturale a cielo aperto di Venezia, città che da sempre ha avuto rapporti con il mondo orientale e che è un simbolo di integrazione, multiculturalità e tolleranza religiosa. Dal bassorilievo con il cammello sulla facciata di Palazzo Mastelli (casa dei ‘Mori’, i tre fratelli greci Rioba, Sandi e Alfani) alla magnificenza di Palazzo Zenobio, dove si formavano giovani provenienti da tutte le comunità armene, dall'India a Costantinopoli, da Cipro all'Egitto; dalla quattrocentesca Chiesa di San Giacometto, che risulta essere un ex voto di un veneziano di Creta, al primo libro armeno, “il libro del Venerdì”, stampato a Venezia nel 1511; dalla Madonna Mesopantissa della Chiesa della Salute, originaria dell’isola di Creta, alle colonne istoriate su cui poggia il Palazzo più importante della città, Palazzo Ducale, che raccontano storie della dimensione multiculturale veneziana. Sono moltissimi gli esempi che raccontano i secolari rapporti tra i veneziani e l’Oriente, fino alla Cina, senza trascurare l’importantissima componente ebraica presente in città.
“Sono tutte testimonianze dei rapporti internazionali dei quali la città ancora vive, ma che rischiano di restare muti se nessuno, adeguatamente preparato, li racconta – spiega il prof. Aldo Ferrari. - Da qui il senso della presenza a questo incontro delle guide turistiche veneziane, che sono le prime persone che raccontano Venezia ai viaggiatori. I nostri studi, le ricerche accademiche, possono incoraggiare una proposta di itinerari turistici alternativi, per far scoprire una caratteristica di Venezia determinante ma poco conosciuta, spesso anche ai veneziani stessi. Si pensi che non esiste ancora una pubblicazione che riunisce tutti gli elementi orientali presenti in città. Questi incontri sono un’iniziativa di ampio respiro che va anche in questa direzione”.
L’evento è in collaborazione con l’Ateneo Veneto, il più antico istituto di cultura veneziano, con il quale Ca’ Foscari ha rapporti stretti fino dalla sua fondazione. conclude la prof.ssa Carpinato: “È anche questo un modo per investire su una più attenta fruizione della città, che non si fermi al turismo ‘usa e getta’. Le competenze accademiche possono investire e collaborare con le realtà territoriali per riflettere sul futuro di Venezia. Apriamo con questa iniziativa una riflessione seria e partecipata su quello che possiamo offrire, come Università, a uno dei comparti lavorativi più importanti per il tessuto cittadino: l’industria del turismo, serio, competente e di qualità”. In questa prospettiva saranno avviate anche collaborazioni con l’European Institute of Cultural Routes del Consiglio d’Europa.