È online la Digital Encyclopedia of Atticism (www.atticism.eu), uno dei risultati di ricerca del progetto ERC Consolidator Purism in Antiquity: Theories of Language in Greek Atticist Lexica and their Legacy (PURA), di cui è principal investigator Olga Tribulato. Il progetto, della durata di 5 anni, investiga le teorie del purismo linguistico che si svilupparono nella cultura dell’antica Grecia e il modo in cui vennero recepite nei secoli seguenti.
DEA, nata anche grazie alla collaborazione con il Venice Centre in Digital and Public Humanities, Edizioni Ca’ Foscari, e l’Istituto di Linguistica Computazionale “A. Zampolli” – CNR Pisa, al momento contiene cinquanta articoli su parole desunte da un corpus di lessici antichi che si occupavano di dare istruzioni su come usare correttamente la lingua greca secondo regole molto rigide, puriste appunto. Tutti i contenuti di DEA sono ad accesso aperto, sottoposti a peer review e sono pubblicati con licenza Creative Commons.
Nel corso del prossimo anno, si aggiungeranno anche altre due sezioni del sito: una dedicata allo studio dei codici che hanno trasmesso i lessici atticisti e l’altra dedicata alle principali ‘voci’ del dibattito atticista nel mondo antico e bizantino, oltre a numerosi altri articoli lessicografici. Una monografia multivolume verrà poi pubblicata alla fine del progetto.
Gli articoli di DEA sono ispirati alla massima accessibilità: i testi in greco sono sempre tradotti, e la lingua veicolare è l’inglese, per assicurare una diffusione globale della ricerca di PURA.
DEA è dunque uno straordinario strumento per chi è interessato all’uso della lingua greca, alla sua evoluzione e alle teorie antiche sulla correttezza linguistica. A questo si aggiungono i vantaggi della risorsa digitale open-access facilmente consultabile per gli utenti e che permette disseminazione rapida e accessibile dei risultati delle ricerche.
Per capire meglio la genesi della Digital Encyclopedia of Atticism, abbiamo chiesto a Olga Tribulato e al suo team di spiegarci da cosa nasce l'idea del progetto PURA.
"Il progetto PURA nasce dall’idea di studiare, in una prospettiva multidisciplinare e diacronica, le teorie di correttezza linguistica elaborate dall’atticismo, un fenomeno fiorito nella società greco-romana di età imperiale che ha avuto un importante impatto anche sulle pratiche linguistiche del periodo bizantino e sull’evoluzione del greco in età successiva. Come dice il suo nome, l’atticismo guardava al dialetto ateniese di V secolo a.C. (l’attico) come a un modello di lingua ideale da imitare anche a molti secoli di distanza, in reazione alle evoluzioni che erano intanto intervenute nella lingua greca di età post-classica. Nel progetto PURA vogliamo studiare perché questo è avvenuto e con quali strumenti pratici gli atticisti hanno provato a ‘difendere’ la loro idea di greco corretto”.
In che modo gli atticisti hanno tentato di 'difendere' la lingua?
“Gli atticisti operavano durante i primi secoli dell’età imperiale, quando il greco era diventato una lingua 'globale' a contatto con molte altre lingue. Gli atticisti vollero dunque anzitutto preservare il greco a loro contemporaneo da quelle evoluzioni che si erano verificate dopo l’età classica e che lo allontanavano dalla sua forma idealizzata, quella del V secolo a.C. Al contrario, molti casi di purismo moderno si rivolgono alle parole straniere.
"Un caso analogo all’atticismo, pur con le dovute differenze, è il purismo toscanista - aggiunge Olga Tribulato - nella storia della lingua italiana. Intellettuali come Bembo intesero dare alla letteratura una lingua di cultura ispirata all’uso di un gruppo ristretto di autori ‘classici’, come Petrarca e Boccaccio. Una varietà dialettale (il toscano, nella sua versione fiorentina), definita cronologicamente (il Trecento e poco più), venne elevata al rango di lingua 'migliore' per eccellenza. Anche in questo caso, il difficile processo di imitazione arcaizzante venne sostenuto attraverso lessici che avevano lo scopo pratico di insegnare ai non toscani come usare correttamente questa varietà dialettale per scopi letterari. Queste opere contribuirono alla ‘monumentalizzazione’ del toscano fiorentino, al suo divenire un simbolo culturale.
"Anche nel caso dell’atticismo - continua Giulia Gerbi, post-doc in filologia bizantina - l’intento purista non è solo quello di agire in modo censorio contro alcuni aspetti dell’evoluzione della lingua, di 'correggere gli errori', ma anche e soprattutto quello di preservare il patrimonio linguistico greco e di creare e proteggere un canone di autori e di forme. Si tratta di un’operazione che ha molto a che fare con l’identità".
Ci sono esempi contemporanei di purismo?
Un esempio molto noto può essere quello dell'inglese. La storia di questa lingua – dice Federico Favi, ricercatore presso l’Università del Piemonte Orientale e membro esterno di PURA - è percorsa per tutta la sua storia (quasi un rapporto di amore-odio!), dalla dialettica fra la matrice anglo-sassone e i massicci apporti romanzi, processo che risale almeno al tempo dell’invasione normanna ed è poi proseguito nei secoli successivi, al punto che l’elemento romanzo è presentissimo nell’inglese moderno. A più riprese, e fino ancora negli ultimi decenni, nella storia della lingua inglese ci sono stati tentativi di contenere l’uso e la diffusione di forme romanze, in favore quindi degli equivalenti anglo-sassoni, percepiti o presentati come autentici, genuini, puri. Questa tendenza purista è stata declinata in varie forme, anche in modo auto-ironico.
"Interessante è anche l’esempio dell‘alto islandese’, - aggiunge Roberto Batisti, senior post-doc in linguistica greca - una forma estrema, di quel purismo intransigente che è stato effettivamente attivo in Islanda nel XIX secolo. Il movimento, nato attorno al 2000, si propone di eliminare dal lessico dell’islandese tutti i prestiti (anche antichi) da altre lingue, come latino o tedesco, e di sostituirli con neologismi basati su 'pure' radici islandesi – inclusi i nomi degli elementi chimici e i nomi propri di personaggi stranieri.
Perché avete optato per una risorsa digitale? E che strumento potrà essere per gli studiosi?
"I vantaggi di una risorsa online sono molteplici - risponde Giulia Gerbi - sia per i suoi utenti che per i suoi creatori. Ai ricercatori coinvolti nella sua realizzazione permette di avere una produzione scientifica continuativa e ‘controllata’ (tutti i contributi sono infatti sottoposti a peer review) e di poter avere una disseminazione rapida e accessibile dei risultati delle proprie ricerche. Per gli utenti, una risorsa digitale open-access è di grande utilità in quanto accessibile da web e di facile consultazione. La sua presenza online e la cercabilità dei termini e dei temi trattati – non solo glosse, ma anche generi, autori, questioni linguistiche, manoscritti – può attirare studenti e studiosi di vari ambiti e offrire loro informazioni, connessioni, spunti.
Per gli studiosi di lingua e letteratura greca - commenta Andrea Pellettieri, post-doc in filologia greca - DEA può essere una risorsa utile sotto molti aspetti. Agli ‘addetti ai lavori’, DEA offrirà un contributo scientifico di dettaglio sulle varie dottrine lessicografiche, analizzandole da un punto di vista filologico, linguistico e letterario, in una prospettiva diacronica che spesso include il greco moderno. Gli utenti meno esperti saranno aiutati dal fatto che viene offerta la traduzione in inglese di tutti i testi citati, testi che oltretutto – soprattutto nel caso di opere grammaticali ed erudite e di opere bizantine – non sono tradotti altrove. Anche i codicologi avranno pane per i loro denti: su DEA troveranno informazioni – inedite e non – sui manoscritti che tramandano materiali lessicografici, inclusa la loro descrizione, sulla loro circolazione e sui rapporti tra un manoscritto e l’altro.
Il progetto è caratterizzato da un forte aspetto multisciplinare. Perché è stato necessario mettere insieme codicologi, linguisti, filologi, classicisti, bizantinisti nella ricerca di PURA?
“Quando ho cominciato ad occuparmi di atticismo - spiega Olga Tribulato - nel corso del mio progetto sui dialetti greci finanziato da una borsa Rita Levi Montalcini, ho subito capito che una sola persona non poteva raggiungere una visione ‘globale’ di questo fenomeno: che era necessario un gruppo di ricerca, con diverse esperienze nel campo della linguistica, della filologia e della paleografia. Per questo ho ideato il progetto PURA, che è poi stato finanziato dallo European Research Council nel 2019. Io sono essenzialmente una storica della lingua: nel team ci sono alcuni membri con interessi simili ai miei, ma applicati a diversi testi o epoche del greco. Per uscire dai miei propri confini disciplinari, ho poi reclutato una bizantinista e un esperto di paleografia e di codici, per affrontare la stessa questione da diverse angolature.
"Dal punto di vista di una bizantinista come me - afferma Giulia Gerbi - è particolarmente interessante vedere quanta parte della tradizione lessicografica bizantina affonda le sue radici in quella atticista e come, oltre a recuperarla e determinarne la sopravvivenza, spesso la reinterpreta alla luce di nuove esperienze e modelli".
"Avere un membro che studia la tradizione manoscritta dei lessici atticisti è fondamentale – commenta Jacopo Cavarzeran, post-doc in paleografia. Non pochi dei testi analizzati da PURA sono ancora mal editi, alcuni pubblicati anche più di cento anni fa, altri del tutto inediti; è quindi quanto mai necessario uno studio completo e aggiornato di questi codici, per capire come i lessici atticisti sono stati non solo copiati e trasmessi, ma anche studiati, nelle epoche successive. È solo così che possiamo ricostruire tutti i capitoli di questa affascinante tradizione plurisecolare".