Matronae: la violenza di genere nella seconda stagione del podcast

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Asia Rossetti e Alison Zambon, studentesse magistrali in Scienze dell’Antichità, che hanno partecipato alla realizzazione della seconda stagione del format

“Tremendamente attuali” - commentano così le storie raccontate dal podcast le studentesse che hanno contribuito a realizzare la seconda stagione di Matronae, voci di donne dall’antica Roma.

MATRONAE II nasce dalla collaborazione tra l’ateneo veneziano, GIEFFRA (Groupe International d’études sur la femme et la famille dans la Rome Antique) e VeDPH, Venice Centre for Digital and Public Humanities, nell’ambito del progetto PRIN 2022 “#ETIAMEGO. Violence against women in ancient Rome: historical perspectives and symbolic construction” con il contributo del Convitto Nazionale Marco Foscarini di Venezia. Anche la nuova serie nasce dall’attività di ricerca di Francesca Rohr e Alessandra Valentini, docenti di Storia romana del Dipartimento di Studi Umanistici.

Il podcast racconta storie e leggende su donne romane, vittime di episodi di violenza, tragica costante anche nella nostra quotidianità. Le radici di questa amara realtà sono nella società patriarcale della Roma antica, gli uomini avevano il controllo sulla vita delle donne, e anche sulla loro morte. Le fonti raccontano di donne uccise per difendere l’onore della famiglia o perché sacrificabili pedine nelle relazioni di potere. 

Ne abbiamo parlato con Alison Zambon e Asia Rossetti due studentesse magistrali in Scienze dell’Antichità, che hanno partecipato alla realizzazione della seconda stagione del format.

“Potremmo dire che pregiudizi e stereotipi dei nostri giorni hanno le radici nel mondo romano”- commenta Asia. “ Quando la donna doveva tacere in pubblico ed era ‘proprietà’ dell’uomo: del padre o del marito” aggiunge Alison.

Clelia e Virginia

Alison e Asia hanno contribuito, insieme ad altre studentesse e studenti del corso, a scrivere e realizzare due delle puntate della nuova serie: Clelia e Virginia. Due storie tratte da leggende molto diffuse in età augustea, due profili diversissimi. 

Clelia, di soli undici anni, fu data in ostaggio con altre compagne al re etrusco Porsenna nel contesto delle guerre che seguirono la cacciata dei re etruschi da Roma, e decise di fuggire attraversando il Tevere a nuoto. Fu restituita a Porsenna, che, ammirato dalla sua intraprendenza, la liberò.

Virginia, bella e giovane plebea, fu vittima delle lusinghe del decemviro Appio Claudio, che, per averla a sé, la reclamò come sua schiava in tribunale benché lei fosse di condizione libera. Con l’onore di Virginia - e di conseguenza della sua famiglia- in bilico, l’unica soluzione per sottrarre la donna alla violenza sessuale fu la morte, per mano del padre.

“Clelia è una figura moderna, molto idealizzata, che quasi stupisce in un contesto in cui la donna semplicemente non poteva essere intraprendente. Porsenna è ammirato dalle sue doti da dux, comandante, e dalla sua grinta che le garantiscono di sopravvivere alle conseguenze dell’ardita fuga.- racconta Alison - È quasi paradossale il comportamento di Porsenna: non si adira per il comportamento della giovane, ma ne è affascinato. Questa storia è idealizzata, se fosse accaduta realmente, sicuramente sarebbe stata uccisa, ma definisce un modello per le donne romane, da adottare nel tempo eccezionale della guerra.”

“La storia di Virginia è molto più nota ed è stata idealizzata anche da letterati italiani quali Alfieri e Leopardi. - interviene Asia - Virginia viene uccisa in quanto donna, che è ancora il concetto alla base dei femminicidi di oggi. Subisce una violenza e la colpa è la sua, perché è bella e donna: è spaventoso, anni di storia, rivendicazioni anche nel secolo scorso, ma più di duemila anni dopo queste cose accadono ancora. La sua 'colpa' macchia l’onore della famiglia e il padre non ha altra scelta, se non ucciderla”.

È notizia di questi giorni che un’altra giovanissima è stata uccisa dal suo fidanzato, è passato un anno dalla morte di Giulia Cecchettin ed è ancora nitido il racconto del suo assassino ascoltato, per la prima volta, qualche giorno fa. Ripensano anche a quella ragazza uccisa dal padre qualche anno fa, perché aveva scelto un ragazzo che la sua famiglia  non approvava. Queste tragedie risuonano nelle parole piene di sconforto delle due studentesse: “Siamo ancora intrisi di questi stereotipi, è a causa di questo concetto patriarcale di possesso che accadono ancora tutti questi femminicidi: ‘io, in quanto uomo, posso esercitare su di te, donna, il mio volere, come fossi una proprietà di cui dispongo’."

Quindi se Clelia e Virginia fossero vissute oggi cosa sarebbe accaduto?

Alison ne è convinta: “Clelia oggi sarebbe stata ammazzata, non ho dubbi”. Non credi potesse fuggire ancora, essere intraprendente e trovare una sua indipendenza, essere libera di fare ciò che desidera? “No, credo proprio di no”.

Un fugace barlume di speranza nelle iniziali parole di Asia: “Se fosse vissuta oggi Virginia credo non sarebbe stata zitta, avrebbe contestato Appio Claudio, avrebbe tentato di persuadere suo padre a lasciarla in vita. Ma anche io credo che sarebbe stata comunque uccisa”.

“Noi donne abbiamo fatto tanti passi avanti e ottenuto tante conquiste, dopo numerose rivendicazioni; ma la strada è ancora costellata da troppi casi di femminicidio”. È questa l’amara riflessione di due giovani donne che guardano con poca speranza al mondo d’oggi.

Com’è stato realizzare un podcast?

“All’inizio eravamo un po’ intimorite all’idea di dover lavorare con le leggende, che più che raccontare i fatti definiscono la mentalità, i princìpi su cui si fonda la società romana, studiare un linguaggio giusto per l’ascolto, ma ben presto l’esperienza si è rivelata interessante e sfidante, abbiamo lavorato in gruppo e imparato molto. Abbiamo attinto dai nostri studi, dalle tecniche di uso della voce che ci hanno insegnato e dai podcast che ascoltiamo abitualmente: tutto ha contribuito ad un lavoro pensato per il pubblico che speriamo sia efficace e piacevole da ascoltare.”

Quale messaggio veicola questa serie podcast?

“Il podcast è stato pensato come un mezzo di divulgazione scientifica per un pubblico di specialisti ma anche di appassionati, di curiosi, di contenuti storici ricostruiti con precisione che, dati i temi scelti, veicolano messaggi di grande impatto sociale e intendono contribuire alla consapevolezza di sé di ogni persona all’ascolto - spiega la prof.ssa Rohr - Abbiamo parlato di violenza, visto che è un tema importante nel mondo antico e ancora così attuale.  Abbiamo parlato di donne e politica e ne parleremo ancora nella terza serie. Intendiamo dare voce a chi non ne aveva avuta, raccontare storie, riflettere sul ruolo della donna nella società e sugli stereotipi tossici che ancora ci accompagnano e che dovremo imparare a scardinare. Gli spunti sono molti, le riflessioni sono doverose”. “Ma il progetto Matronae è anche di più - prosegue la prof. ssa Valentini -: è un’opportunità per allargare la sfera della formazione. L’Ateneo individua la sua prima vocazione nella formazione delle giovani generazioni: il progetto non si limita agli studenti e studentesse dell’università, del triennio e della laurea magistrale, ma si è aperto anche alla scuola secondaria di secondo grado grazie all’attivazione di due PCTO sia lo scorso anno che questo. Lo scorso anno con il Liceo Marco Foscarini di Venezia, grazie al contributo attivo del professor Callipo, che ha sia guidato le sue classi, insieme a noi docenti e ai tutor di Ca’ Foscari, alla realizzazione di tre episodi della seconda serie -tre storie in epoca neroniana-, sia ha condotto dei workshop sull’utilizzo della voce ai cafoscarini e cafoscarine impegnate nella registrazione delle puntate. In questo secondo anno i PCTO sono stati attivati con il Liceo Majorana Corner di Mirano per la realizzazione della terza serie del podcast. Non mancano altre collaborazioni: innanzitutto per la terza serie ci avvarremo della collaborazione con Radio Ca’ Foscari e lavoreremo sui temi del femminile nel mondo romano anche con il Liceo Marco Polo di Venezia, il Liceo Plinio Seniore di Roma, l’Ateneo Veneto, il Comune di Mirano. Un circuito virtuoso di formazione e di incontri proficui di accrescimento delle conoscenze. Il podcast è stato anche tradotto grazie a un accordo con il Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali Comparati attraverso la prof. ssa Laura Nadal Sanchis: oggi la prima stagione è disponibile anche in spagnolo e quest’anno verrà tradotta dagli studenti la seconda". E’ attiva, infine, anche la collaborazione con il Dipartimento di Scienze Ambientali, Informatica e Statistica, attraverso il prof. Andrea Marin, che assicura le competenze informatiche necessarie al progetto."

È possibile ascoltare tutte le puntate del podcast su Spotify o sul sito di GIEFFRA. Molti degli studenti e delle studentesse coinvolte nel progetto hanno frequentato il corso magistrale di Storia delle donne nel mondo romano; attualmente in Italia solo tre atenei hanno un corso di tal genere: insieme a Ca’ Foscari, Bologna, dove il corso è nato grazie all’impegno e alla lungimiranza della prof.ssa Cenerini, e Torino, dove insegna la prof.ssa Giorcelli.

Sara Moscatelli