Il fitto intreccio fra spazio, ricerca scientifica, cooperazione internazionale e divulgazione è stato il filo conduttore dell’incontro con ESA (European Space Agency), che si è tenuto il 13 maggio 2019 all’Università Ca’ Foscari e che è stato organizzato in collaborazione con Ca’ Foscari Alumni. L’occasione di ascoltare esponenti dell’agenzia si è rivelata effettivamente essere oggetto di vivo interesse, ragion per cui un cospicuo numero di studenti vi ha partecipato attivamente.
I saluti istituzionali del rettore dell’Università Ca’ Foscari Venezia Michele Bugliesi hanno inaugurato l’incontro. Le sue parole hanno esaustivamente esplicato il senso della partnership che l’Università Ca’ Foscari ha intrapreso - e che intende continuare - con suddetta agenzia e che si concretizza nel progetto ESA_LAB@Ca’Foscari. La ricerca scientifica 'spaziale' infatti pervade i campi più disparati e influisce direttamente sulle politiche pubbliche: in agricoltura, per esempio, offre la possibilità di osservare l’evoluzione dei raccolti e lo stato dei terreni con lo scopo di una migliore pianificazione territoriale, o ancora l’utilizzo di dati satellitari al fine del monitoraggio e di ricerca in campo archeologico.
Lo spazio non è da intendersi solo come luogo di ricerca ma anche in qualità di servizio, ovvero di una sorgente di dati prodotti dalla tecnologia inviata da decenni nello spazio. Ogni nuova infrastruttura spaziale abilita servizi ed è perciò auspicabile sostenere una piattaforma attorno alla quale articolare collaborazioni, favorire lo scambio tra ricercatori e coinvolgere gli studenti e le studentesse.
Ulteriore fattore degno d’interesse sottolineato dal rettore è la divulgazione e l’importanza di comunicare la ricerca spaziale attraverso workshops, incontri o installazioni artistiche.
Il primo intervento è stato affidato a Marco Ferrazzani, che dal 2010 è Consigliere Giuridico e Capo del Dipartimento dei Servizi Legali presso ESA. Siede nel Consiglio di amministrazione dell’istituto internazionale di diritto dello spazio (IISL), ed è membro del Consiglio del centro europeo per la legge dello spazio (ECSL). Esperto di Space Economy and Law, Ferrazzani ha spiegato come l’economia e la legge dello spazio siano due materie che si coniugano perfettamente: quasi tutte le attività umane - servizi territoriali e ai cittadini - fanno riferimento infatti a strumenti di ricerca spaziale.
L’Europa in tutto questo svolge un ruolo cardine in quanto partner capace e affidabile. Come ha ricordato Marco Ferrazzani è responsabilità dell’agenzia spaziale dimostrare ai governi degli stati membri gli effettivi vantaggi economici e le potenziali opportunità: le motivazioni per investire in un programma spaziale europeo sono supportate infatti da dati significativi, fra cui il fatto che ogni euro investito in ricerca spaziale generi quasi due euro in favore dell’economia europea.
È un settore che inoltre produce nuove applicazioni in settori quali le telecomunicazioni, oltre a farsi carico della produzione di ricerche scientifiche e posti di lavoro. Ogni satellite introduce conoscenza dell’ambiente che ci circonda, e se il primo bacino di utenza di ESA è la comunità scientifica internazionale, la divulgazione fa sì che chiunque possa trarre benefici dalla conoscenza dello spazio e della vita sulla Terra.
Studentesse e studenti hanno inoltre potuto ascoltare la presentazione di Johann-Dietrich Woerner, dal 2015 Direttore Generale presso ESA. Woerner ha sottolineato come l’ESA combini differenti campi di attività. Fondata nel 1975 e incaricata di coordinare i progetti spaziali europei, ESA è un network efficiente, completo, vario ma con obiettivi precisi e chiari: scienza, sicurezza e protezione planetaria. Per ognuno di questi programmi sono in corso studi e ricerche, fra i quali anche quello riguardante il surriscaldamento globale.
“Stiamo calcolando le variabili del clima in termini di temperature. Le variabili climatiche possono solamente essere misurate dallo spazio”, ha precisato il Direttore Generale.
“L’attività che svolgiamo è quella della ricerca, che è il primo passo - fondamentale - per alimentare l’innovazione. Innovazione che sarà il punto di partenza per le industrie, dal settore della comunicazione a quello dell’intelligenza artificiale. Così adesso stiamo per raggiungere Mercurio e allo stesso tempo stiamo studiando le onde gravitazionali” ha ricordato ancora Johann-Dietrich Woerner.
A prova di quanto la competizione possa spronare la ricerca, è riportato l’esempio virtuoso del nostro connazionale Luca Parmitano. Astronauta di ESA, Luca Parmitano partirà per una ‘passeggiata’ spaziale per interventi sull’apparato sperimentale Ams (Alpha Magnetic Spectrometer).
Chiara Manfletti, Consigliere del Programma del Direttore Generale è infine intervenuta riguardo una tematica delicata: la sicurezza spaziale, il cui obiettivo è proteggere l’umanità da tutti i pericoli provenienti dallo spazio: asteroidi, collisioni fra asteroidi o satelliti e tempeste solari. I pericoli sono a noi poco conosciuti: eppure le tempeste solari possono avere impatto su molte infrastrutture, così come è successo durante la guerra in Vietnam nel momento in cui - a causa delle tempeste solari - vi sono stati casi di mine scoppiate in acqua.
Punto in comune di tutti gli interventi è stata la questione della cooperazione internazionale. Il trattato delle nazioni unite è un accordo che pone dei principi chiave di reciproco intervento.
Per quanto agli occhi delle generazioni più giovani questo possa apparire scontato, occorre tuttavia riflettere sul fatto che decenni di ricerca spaziale abbiano avuto come sfondo una tensione continua e logorante fra U.R.S.S. e U.S.A.
Considerati gli errori del passato, scienziati, astronauti, donne e uomini di cultura e di istituzioni non si stancano di richiamare alla memoria la crucialità della cooperazione all’insegna della conoscenza per l’umanità tutta.
Tale è la straordinarietà della scienza oggi: i conflitti sulla terra non scardinano la collaborazione fra paesi che investono nella ricerca scientifica.
Dopotutto, le regole poste a livello internazionale - fra cui il trattato delle Nazioni Unite - asseriscono il principio per cui gli astronauti compiono il loro viaggio in nome dell’umanità e non in nome del singolo paese di provenienza, oltre a mettere in atto un regime particolare che permette di lavorare nello spazio senza appropriarsene in maniera esclusiva.
L’Europa vista dallo spazio non è separata da alcun confine. Lo sforzo intellettuale e cosmopolita che contribuisce a reinterpretare - minimizzandole - le piccole discordie fra uomini può ora appropriarsi dell’immagine simbolo della Terra vista dallo spazio: un mondo apparentemente pacifico e privo di confini. Allo stesso modo il programmato viaggio sulla Luna di ESA non sarà un rientro. Sarà bensì il primo viaggio post guerra fredda compiuto in nome della cooperazione.
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