Ca’ Foscari e Columbia: Didi e Federico raccontano la loro summer school
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Didi e Federico raccontano Ca' Foscari Columbia Summer Programme 2022
Dopo due anni di pausa dovuti alla pandemia, nell’estate 2022 è ripartito il Ca' Foscari Columbia Summer Programme, una scuola estiva internazionale a Venezia organizzata dalla School for International Education (SIE) di Ca' Foscari e dalla Columbia University di New York, aperta a studentesse e studenti di entrambe le università.
40 studentesse e studenti della Columbia University di New York e 14 cafoscarine e cafoscarini hanno frequentato insieme la scuola estiva internazionaleCa' Foscari Columbia Summer Programme dal 20 giugno al 29 luglio 2022. In queste sei settimane, Ca’ Foscari e Columbia University offrono l’opportunità di immergersi nell’arte, nella letteratura, nella cultura e nella società veneziana e del Veneto. Chi partecipa può anche anche scegliere di frequentare un corso di lingua italiana. Durante i corsi si intrecciano anche le diverse esperienze di studio e di vita delle studentesse e degli studenti dei due atenei.
Ma com’è la quotidianità di questa summer school veneziana, e quali sono i motivi per sceglierla? L’abbiamo chiesto alle nostre studentesse e ai nostri studenti! Olivia Flaherty-Lovy e Didi Kim, studentesse della Columbia University, studiano rispettivamente lingua e letteratura inglese e storia dell’arte. I cafoscarini Riccardo Brighenti e Federico Magni frequentano rispettivamente il corso di laurea magistrale in scienze filosofiche e il corso di laurea magistrale in storia delle arti e conservazione dei beni artistici.
Ecco il racconto di Didi e Federico.
DIDI KIM, “rising senior” in storia dell’arte alla Columbia University
1) Arricchire lo sguardo sul passato, sul presente e sul futuro
Uno dei miei progetti più ambiziosi come studentessa alla Columbia University era quello di studiare all’estero. Grazie ai miei studi in storia dell’arte e quanto avevo già imparato in questo ambito, ero cosciente del fatto che il mondo dell’arte va al di là di New York, e di quanto sia importante comprendere e conoscere diversi “epicentri” culturali. L’Italia, incarnazione della storia e della cultura, è uno dei luoghi di nascita dell’arte occidentale. Per chi studia la storia dell’arte, venire a Venezia è un’opportunità senza pari. Ho avuto la possibilità di vedere dal vivo questa città e i capolavori del Rinascimento, oltre che il futuro dell’arte contemporanea alla Biennale, e questo ha ampliato i miei orizzonti non solo rispetto al passato e al futuro, ma anche rispetto al dialogo dato dalla loro coesistenza nel presente.
2) Vivere Venezia al di là del turismo
Una delle conversazioni che più mi hanno colpito qui a Venezia l’ho avuta con qualcuno che mi ha parlato del fatto che molti turisti non riescono nemmeno a vedere le persone del luogo e a riconoscere i loro sforzi perché (in media) trascorrono solo sette ore nella laguna. È grazie alla popolazione veneziana che la città è stata conservata nei secoli, e che quindi visitatori da tutte le parti del mondo possono godere della rarissima opportunità di immergersi nella storia e nella cultura che si trovano in ogni angolo delle calli e in ogni pietra dei ponti. Quella conversazione mi ha colpita perché anch’io a volte ho vissuto le mete dei miei viaggi come se fossero “Disneyland” e non sono riuscita a rispettare o a comprendere fino in fondo gli sforzi necessari a mantenere la bellezza di questi luoghi.
Tuttavia, nel cercare di riciclare i rifiuti correttamente, nell'impegnarmi a imparare e utilizzare qualche frase in italiano, nell’osservare la flessibilità dei ritmi di vita veneziani, mi sembra che finalmente sto iniziando a capire cosa significa vivere a Venezia e far parte di una comunità così fragile e affascinante.
3) Sviluppare una sensibilità multiculturale
Prima di quest’esperienza speravo di studiare a Venezia con la voglia di imparare al di fuori dell’aula, di immergermi nella città non come turista ma come una studentessa del luogo. Fino ad ora, sia il campus universitario che la città sono state la mia “aula” e credo di essermi avvicinata un po’ di più al mio obiettivo di essere una cittadina del mondo. Sono stata e continuerò a voler far parte della comunità continuando a conoscere le persone che abitano qui e i miei compagni cafoscarini, che sono stati i migliori insegnanti fuori dall’aula.
A New York ho imparato a conoscere l’arte moderna e la cultura occidentale, ma non le origini dell’arte. Quest’estate a Venezia, invece, ho potuto ascoltare la storia di queste origini e al contempo guardare al futuro dell’arte contemporanea grazie alla Biennale. Oltre all’arte, mi sono immersa in una cultura molto diversa dalle mie esperienze precedenti negli Stati Uniti e in Asia, e così ho apprezzato ancora di più l’importanza di essere multiculturale nella società odierna.
4) Trovare nuove idee per percorsi futuri
Grazie a questa esperienza ho iniziato ad immaginare nuovi modi di arricchire i miei studi. Ora vorrei prepararmi per iscrivermi a un corso di laurea magistrale in Arts Administration and Management, per riuscire a intrecciare diversi punti di vista grazie alla conoscenza di dialoghi e scambi internazionali. Questa summer school ha allargato i miei orizzonti e mi ha incoraggiata a spingermi oltre ciò che potevo immaginare 6 settimane fa.
Consiglierei la Ca’ Foscari Columbia Summer Programme a qualsiasi persona interessata a immergersi in un ambiente completamente diverso dal college statunitense. Grazie alla possibilità di interagire con questa città unica al mondo e con la sua cultura, il programma offre prospettive più ampie, apertura alla comunicazione, e migliori capacità di saggiare il vino e il gelato!
FEDERICO MAGNI, studente del corso magistrale in storia delle arti e conservazione dei beni artistici.
1) Uno sguardo diverso su Venezia
Durante il percorso triennale avevo già svolto alcuni corsi all’interno del Columbia Summer Programme e sono rimasto piacevolmente impressionato dalla qualità dell’insegnamento offerto e dalle numerose occasioni di scambio con altri studenti. Per queste ragioni ho deciso di partecipare nuovamente.
Ogni insegnamento offerto dal programma ha il vantaggio di avere un legame diretto con la città di Venezia, prendendo come punti di partenza l’arte e l’architettura, ma anche materiale cinematografico in cui Venezia compare come protagonista. Io sto seguendo il corso sulla modernità a Venezia, che prende in esame film e testi letterari del XX secolo: ho voluto dunque cogliere l’opportunità di conoscere qualcosa di nuovo sul luogo in cui vivo da ormai cinque anni, non declinato sulla solita retorica del passato mitico della Serenissima ma su qualcosa di cronologicamente più vicino e forse ancora presente nella nostra quotidianità.
2) Non solo lezioni, ma attività “sul campo”
Il programma offre moltissime occasioni di scoprire la città in ogni suo aspetto. Oltre ai corsi, che in molti casi vengono svolti “sul campo” di fronte alle opere o nei luoghi oggetto di studio, ci sono visite organizzate in varie città del Veneto, nei principali musei cittadini ma anche occasioni di socialità e di confronto tra studenti.
Personalmente ho apprezzato in particolar modo la visita alla Peggy Guggenheim Collection. Nonostante conoscessi il museo abbastanza bene, è stato interessante ritornare con colleghi e colleghe con una diversa consapevolezza dalla mia e vedere su quali opere hanno preferito soffermarsi, quali hanno attirato la loro attenzione e quali confronti con altre opere oltreoceano hanno fatto. Ad esempio le opere di espressionisti astratti hanno per gli studenti newyorkesi un lessico più comprensibile, a differenza di quanto avviene per il pubblico italiano che è più legato alle esperienze precedenti alla Modernità.
3) Scambio interculturale
Affrontare un corso con colleghi internazionali è senza dubbio un’esperienza molto interessante in quanto ci si può confrontare su più livelli oltre a quello accademico. Ascoltare i reciproci interventi durante le lezioni è un’occasione per riflettere su punti di contatto e differenza tra il proprio modo di riflettere e il proprio background accademico o scolastico, e quello degli altri.
È interessante vedere la reazione degli studenti newyorkesi alla città di Venezia, che per me, dopo 5 anni da fuori sede, rappresenta la normalità. Di chi visita la laguna non da turista ma da studente curioso di conoscerne la storia e l’arte, è interessante vedere la partecipazione al discorso critico sulle fragilità della città, con gli occhi di chi assaggia anche le difficoltà della quotidianità nella città lagunare, andando oltre all’apprezzamento estetico dei luoghi più noti.
4) Sperimentare un diverso sistema universitario: lezioni interattive
Pur apprezzando il sistema universitario italiano, ho trovato formativo svolgere lezioni partecipative e aperte rispetto a delle lezioni frontali. Ogni lezione è stata strutturata in modo da intervallare la spiegazione da parte della docente con interventi da parte degli studenti. All’inizio del corso ci è stato fornito un syllabus con gli argomenti da affrontare e la relativa bibliografia da preparare per ogni lezione. Questo permette di presentarsi conoscendo già i contenuti della lezione e dunque di contribuire con le idee e i pensieri sorti a partire dalla lettura individuale. Questo approccio ha inoltre il vantaggio di indurre ogni studente a mantenere una certa costanza nella lettura, in previsione dell’esame intermedio e quello finale.
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