Aesthetics of Emptiness, arti e cultura nel Festival dedicato al Giappone

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Maruyama Shin'ichi, Kūsho (空書), Liquid Splash, 2006

Dal 21 al 24 febbraio 2022, Venezia ospiterà il Festival internazionale Japan Contemporary Arts in Venice, “The Aesthetics of Emptiness”. L’iniziativa è stata resa possibile grazie alla collaborazione tra il Conservatorio di Musica Benedetto Marcello, il Dipartimento di Studi sull'Asia e sull'Africa Mediterranea di Ca’ Foscari e l’Accademia di Belle Arti di Venezia (istituzioni già riunite nel polo Study in Venice). Il Festival, finanziato dalla Japan Foundation, vanta inoltre la collaborazione della Fondazione Ugo e Olga Levi, del Museo d’Arte Orientale di Venezia e della Fondazione Giorgio Cini.

I quattro giorni dedicati alle arti e alla cultura nipponica prevedono performance musicali, concerti, workshop, conferenze, incontri con artisti giapponesi e visite guidate che si terranno nelle sedi dell'Università Ca' Foscari, del Conservatorio e dell'Accademia. Gli eventi avranno come denominatore comune la scoperta dell’affascinante Paese del Sol Levante, esplorato con approcci multiformi e multidisciplinari.

«L'idea di pensare ad un progetto sul Giappone parte da lontano, quando nel 2019, guardando ai futuri Giochi Olimpici che si sarebbero dovuti tenere a Tokyo nel 2020, si è pensato di proporre un progetto culturale che ci potesse collegare a questo importante evento sportivo internazionale» afferma la prof.ssa Cecilia Franchini, referente del progetto per il Conservatorio Benedetto Marcello. «Ovviamente, a causa della pandemia tutto si è fermato fino a quando, nel dicembre del 2020, abbiamo ripreso in mano l’idea.  Il processo che ci ha portati oggi a celebrare questo evento è stato lungo e talvolta difficoltoso e ci siamo dovuti più volte adattare all’evoluzione della situazione pandemica. Nonostante tutto, i nostri sforzi sono stati ripagati e abbiamo dato vita a un progetto multidisciplinare molto intenso, che consiste in una vera e propria full immersion nell’arte e nella cultura giapponese».

Il prof. Bonaventura Ruperti, docente di Lingua e letteratura giapponese e Teatro giapponese presso l’Università Ca’ Foscari, sottolinea che «riuscire a condurre in porto questa magnifica ricchezza di eventi musicali e artistici a Venezia di questi tempi, con artisti giapponesi, è un'ardua impresa, perché il Giappone è assai prudente e ancora in parte chiuso per ingressi e uscite. Si tratta di un gesto di speranza verso la riapertura degli antichi legami che congiungono il Giappone con questa città e un ringraziamento speciale va alla Japan Foundation, che ha garantito la presenza di artisti giapponesi dall'Europa».

Continua il professore, «tra i bellissimi programmi dei concerti previsti, tutti animati da artisti giapponesi in interazione con i musicisti del Conservatorio, ve ne sarà uno dedicato alla prima ambasceria giapponese che giunse in Italia e visitò anche Venezia nel 1585. Il programma farà rivivere proprio le musiche che i giovanetti giunti dal Giappone conobbero negli anni del loro favoloso viaggio.
In tempi moderni, nel 1954, proprio a Venezia giunse la prima tournée internazionale di artisti del teatro nō, il teatro più illustre della tradizione, che si esibirono all'isola di San Giorgio. Anche i primi corsi di lingua giapponese a Ca' Foscari risalgono al lontano 1873, perciò il Dipartimento di Studi sull'Asia e sull'Africa Mediterranea ha voluto dare, oltre a un aiuto organizzativo, il suo contributo con un Convegno che si terrà il 23 e il 24 febbraio in Auditorium Santa Margherita. Le due giornate saranno dedicate alle arti giapponesi contemporanee, ma anche alle loro radici antiche, con il nutrito supporto di colleghi e studenti».

L’Accademia di Belle Arti di Venezia ospiterà l’artista Ōki Izumi e il prof. Riccardo Caldura, direttore dell’Accademia, le dà il benvenuto con queste parole: «Siamo lieti di presentare Ōki Izumi in un incontro che si terrà nell’Aula Magna dell’Accademia il 23 febbraio, nell’ambito di questa fantastica iniziativa nata dalla collaborazione tra la Japan Foundation e le istituzioni veneziane per la formazione superiore. Ōki Izumi, artista che vive e lavora fra il suo paese e Milano, utilizza il vetro, di produzione industriale, per realizzare straordinarie opere d’arte, opere nelle quali la trasparenza, la lievità, il dinamismo delle forme nella loro modularità compongono sia singoli elementi, sia più complesse installazioni spaziali».

Il programma completo del Festival è consultabile online.
La partecipazione alle attività sarà su prenotazione e solo previa presentazione di Green Pass in corso di validità.

Francesca Favaro