Sabato 3 dicembre 2022, il cafoscarino Manfredi Zanin ha ricevuto il Premio della Consulta Universitaria per la Storia Greca e Romana (CUSGR), per la tesi “Le famiglie senatorie e l’egemonia del Mediterraneo. Diplomazia, relazioni politiche e tradizioni nel II secolo a.C.” presentata a conclusione del Dottorato in Scienze dell’Antichità e giudicata la miglior tesi di dottorato in Italia del 2022 per la storia antica. Il premio CUSGR ha lo scopo di incoraggiare la pubblicazione dell’elaborato, sostenerne la diffusione o contribuire al proseguimento delle ricerche.
La tesi studia il condizionamento che le strategie politiche, le tradizioni familiari e le relazioni degli aristocratici romani con le comunità straniere esercitarono sulla gestione diplomatica e politica dell’egemonia romana nel II secolo a.C.
Manfredi Zanin ha ottenuto il Dottorato in Scienze dell’Antichità a Ca’ Foscari (in convenzione con le Università di Udine e di Trieste), sotto la supervisione della prof.ssa Francesca Rohr a Ca’ Foscari e del professor Federico Santangelo (Newcastle University). La Commissione di Dottorato comprendeva anche i professori John Thornton, Isabelle Cogitore e Tomaso Maria Lucchelli.
Attualmente è OeAD Postdoc Ernst Mach Stipendiat presso il Dipartimento di Numismatica e Storia Monetaria dell’Università di Vienna, e nel 2023 inizierà una nuova esperienza come ricercatore a Berna. Gli abbiamo chiesto di parlarci della tesi e della sua esperienza cafoscarina.
Ca’ Foscari: un ambiente di lavoro poliedrico
“Mi sono laureato a Ca’ Foscari sia nel percorso triennale in Lettere - Scienze dell’Antichità che in quello magistrale in Scienze dell’Antichità: letterature, storia, archeologia, con la supervisione della prof.ssa Giovannella Cresci e del professor Tomaso Maria Lucchelli.
Durante gli studi ho partecipato al progetto di epigrafia greca AXON (coordinato dalla prof.ssa Claudia Antonetti e dalla prof.ssa Stefania De Vido), nell’ambito del quale ho potuto approfondire aspetti e momenti cruciali dell’imperialismo romano nel mondo ellenistico.
A Ca’ Foscari ho trovato un ambiente di lavoro poliedrico, che durante il Dottorato in Scienze dell’Antichità è stato fondamentale. Nel Dipartimento di Studi Umanistici e in particolare nel corso di dottorato c’è un amplissimo ventaglio di offerta e di collaborazione con docenti di varie discipline. Io mi sono sempre occupato di storia romana, ma questo non mi ha impedito di avere contatti con docenti di varie discipline, quali la numismatica, la storia e l’epigrafia greca, e le letterature del mondo antico.”
La passione per la storia antica e la scoperta della numismatica
“La passione per la storia antica è nata durante i miei studi al liceo classico, e poi è andata approfondendosi all’università. Fin da giovane non ho avuto dubbi sulla strada che avrei voluto percorrere.
La numismatica, invece, è stata un incontro imprevisto: ho iniziato ad approfondirla durante il corso di laurea triennale. Poi per la laurea magistrale ho scritto una tesi sui magistrati monetali romani. Ritengo che la monetazione romana non sia sufficientemente valorizzata come fonte storica, oltre che economica, almeno secondo la corretta metodologia delle rispettive discipline. Ho cercato quindi di evidenziare quanto più possibile il contributo delle fonti numismatiche nei miei studi storiografici.”
Il contributo della tesi di dottorato agli studi sull’imperialismo romano
“La mia tesi di dottorato ha due obiettivi principali: da un lato, mira a valorizzare l’approccio prosopografico (cioè la raccolta e l’analisi di dati biografici e sociali relativi a singole personalità o gruppi, in questo caso membri dell’aristocrazia romana). Dall’altro, vuole offrire un sostanziale contributo agli studi sull’imperialismo romano, che si tende invece a spiegare con categorie univoche (ad esempio quella di un imperialismo intrinsecamente aggressivo) o desunte dalle moderne teorie delle relazioni internazionali.
Nella tesi affermo che non è possibile individuare una politica estera unitaria. Si possono intravedere fasi di evoluzione, ma anche in esse si osserva come il Senato si muovesse in modi ‘disomogenei’, adottando strategie diverse a seconda delle situazioni e delle configurazioni politiche. Non c'era continuità formale nella politica estera romana, nonostante l'apparente continuità delle operazioni di conquista.”
Il recupero dell’approccio prosopografico
L’approccio prosopografico è stato fondamentale nello studio della storia antica fino alla seconda metà del Novecento. In seguito, molti assunti delle indagini prosopografiche sono stati sottoposti a critica radicale, e ancora oggi lo scetticismo verso studi politici impostati su base prosopografica è dominante. Io ritengo invece che si possano recuperare alcuni aspetti, primo fra tutti l’attenzione all’analisi del dettaglio e del particolare, per non limitarsi a generalizzazioni, spesso vaghe. Andare dal particolare (ad esempio dalla raccolta di dati sulle singole persone) al generale consente di fornire gli elementi e le prove concrete su cui fondare o con cui smentire chiavi di lettura e ipotesi di ricerca.”
Il valore degli scambi internazionali nelle scienze dell’antichità
“Chi studia scienze dell’antichità farebbe bene a conoscere molte lingue, in particolare (oltre al latino e al greco antico) italiano, inglese, tedesco, francese e spagnolo.
Durante il corso di laurea magistrale ho partecipato a uno scambio Erasmus con l’Università di Heidelberg, che è stato un passaggio fondamentale nel mio percorso di ricerca. Nella tesi di laurea magistrale e poi in quella di dottorato mi sono infatti confrontato ampiamente con la storiografia tedesca, con cui ho direttamente familiarizzato proprio nel corso del soggiorno a Heidelberg.
Durante il dottorato ho poi avuto modo di partecipare ad un seminario di numismatica a Vienna, e così ho potuto conoscere la realtà in cui lavoro attualmente. Ho anche trascorso un periodo di ricerca di tre mesi presso l’Università di Newcastle con la supervisione del professor Santangelo, purtroppo interrotto a causa della pandemia.
Ogni ambiente di ricerca e università porta con sé delle domande, prospettive di studio, un modo di approcciare la materia. Ad esempio la Germania è stata un Paese fondamentale per lo studio delle scienze dell’antichità a partire dall’Ottocento. Da un lato, all’estero si affrontano e si declinano le domande in maniera differente. Dall’altro ci sono fondi e supporto alla ricerca. A livello internazionale ho trovato ambienti stimolanti e in cui viene valorizzata la parità intellettuale, a prescindere dalla propria posizione accademica.”
Le motivazioni del premio
Le lunghe motivazioni del premio citano, tra i punti di forza della tesi, la piena conoscenza del tema affrontato, l’originalità del percorso seguito, e la solidità delle argomentazioni, supportata da un minuzioso riesame delle fonti. Si concludono così:
“In questo modo, Manfredi Zanin contribuisce a una forte tendenza della storia recente della diplomazia romana, che la distingue accuratamente da una ‘semplice’ storia delle relazioni internazionali. Senza ignorare quest’ultima, la tesi ha cercato di comprenderne i processi, di identificarne gli attori, di isolarne le motivazioni, ufficiali o non ufficiali, pubbliche o talvolta private, e di capire le loro interazioni. Ha evitato due grandi trappole: da un lato, una lettura teleologica dell'imperialismo romano; dall'altro, una lettura attraverso il prisma dei soli grandi personaggi.
Mettendo in luce le incongruenze e le contraddizioni dei senatori e del senato, e mostrando al contempo l'efficacia delle culture aristocratiche che garantivano la "formattazione", per così dire, dei magistrati romani, la tesi mette in luce ciò che era caso e ciò che era necessità nella complessa questione dell'imperialismo repubblicano.”