La prof.ssa Signoretto vince la Medaglia G. Levi per la chimica industriale

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La Divisione di Chimica Industriale della Società Chimica Italiana (SCI) ha conferito la Medaglia Giacomo Levi alla professoressa Michela Signoretto, docente di Chimica industriale presso il Dipartimento di Scienze Molecolari e Nanosistemi di Ca’ Foscari e Delegata della Rettrice alla Ricerca di Area Scientifica.

La medaglia, assegnata durante il XXVIII Congresso Nazionale della SCI (SCI2024), premia la collaborazione tra università e industria, valorizzando i progetti innovativi svolti nel campo della Chimica.

Il progetto che ha portato al conferimento del riconoscimento è stato portato avanti dalla Professoressa Signoretto, coordinatrice del laboratorio CatMat del Dipartimento di Scienze Molecolari e Nanosistemi Università Ca’ Foscari in collaborazione con Versalis, società di Eni impegnata nei settori della petrolchimica e della chimica da fonti rinnovabili, in particolare con il dott. Nicola Vecchini, co-assegnatario della medaglia e Responsabile del Centro Ricerca Versalis di Mantova.

La collaborazione riguarda la possibilità di miglioramento del riciclo di materie plastiche miste, in un’ottica di economia circolare e di sostenibilità. Versalis si è rivolta alla prof.ssa Signoretto per la sua lunga esperienza nel riciclo delle biomasse e di rifiuti industriali attraverso la pirolisi, un trattamento termico ad alta temperatura in assenza di ossigeno.

Abbiamo chiesto alla professoressa Signoretto di spiegarci l’innovativo progetto e le sue ripercussioni pratiche:

"Versalis ha inaugurato lo scorso anno ad ottobre l’apertura del cantiere per la costruzione di un impianto dimostrativo per il riciclo di plastiche miste (plasmix), plastiche che non sono riciclate per via meccanica. In questo impianto viene impiegato il processo di di pirolisi.

Quando un materiale viene trattato attraverso la pirolisi, si ottengono tre prodotti: uno gassoso, uno liquido e uno solido. I gas, nell’impianto dimostrativo, vengono riutilizzati nel processo per fornire energia, mentre il liquido, un olio, è utilizzato in impianti di “steam cracking"  per la produzione di olefine da utilizzarsi come materia prima per nuovi polimeri. Il problema è rappresentato dal residuo solido, il cosiddetto "char", che, nel caso della plastica, contiene solo il 50% di carbone, mentre il resto è costituito da sostanze inorganiche e altri composti e per questa caratteristica può avere utilizzi limitati.

Versalis si è rivolta a me per la mia esperienza con la pirolisi ed il trattamento del biochar. Insieme al mio gruppo di ricerca, ho studiato le caratteristiche del loro "char", trovando nuove modalità per riutilizzarlo. Sebbene il carbone prodotto non possa essere impiegato per la purificazione dell'aria o dell'acqua, né per usi cosmetici, abbiamo pensato - assieme a Nicola Vecchini - di impiegarlo nella reazione di Boudouard. In questa reazione il carbonio può reagire con l’anidride carbonica (CO2) a dare monossido di carbonio (CO), una molecola importantissima, che assieme all’idrogeno è alla base di tutta la chimica moderna: con CO e Idrogeno possiamo infatti creare tutta la chimica che conosciamo e quindi ricominciare il ciclo. Con questa ricerca non solo abbiamo lavorato in un’ottica di riciclo ma anche di decarbonizzazione aggiungendo quindi un tassello alla sostenibilità.

Questa innovazione chiude quindi il ciclo di produzione, utilizzando la frazione solida derivata dalla pirolisi della plastica per sintetizzare nuove molecole da impiegare nella formulazione di nuovi materiali. Da questa ricerca è nata una domanda di brevetto depositata ed in corso di estensione da Versalis a copertura internazionale."

Francesca Favaro