Marco #studentvoices: "temi affascinanti, dialogo e comunità inclusiva"

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Marco Cappelletti è uno studente al secondo anno del corso di laurea triennale in Ancient Civilizations for the Contemporary World, il programma interateneo che coinvolge l’Università degli Studi di Milano La Statale e l’Università Ca’ Foscari Venezia.

Ciao Marco, quali sono, secondo te, i punti di forza del corso in in Ancient Civilizations for the Contemporary World?

La componente di scambio culturale con studentesse e studenti internazionali è, a mio parere, il motivo di maggiore attrazione e l’opportunità meno riscontrabile in altri corsi: sono infatti riservati a loro almeno il 25% dei posti, e, in questi primi due anni dall’avvio del corso, abbiamo avuto compagni e compagne dalla Russia al Libano, dalle Filippine all’Olanda, dagli USA al Kazakistan. Direttamente connesso a questo è la possibilità di perfezionare la propria padronanza dell’inglese, che non si limita quindi soltanto alle discussioni in classe e alla stesura degli elaborati, ma anche ad un uso più personale ed informale.
L’offerta formativa poi, a mio parere, presenta un’ampia scelta di temi ed argomenti decisamente affascinanti: accompagnati ai corsi obbligatori più “canonici”, come Greek and Roman History, Introduction to Pharaonic Egypt o Archaeology of Western Asia, si trovano materie elettive come Classical Wisdom in Arabic Garb, Interculturality and Exchange in Medieval Latin Literature e History of Classical Tradition in European Art, le quali, nelle loro diversità, attraggono differenti tipi di persone con i propri interessi e curiosità, che contribuiscono quindi a generare dialoghi assai variegati e personali. L’ambiente che si è venuto a creare è quindi una comunità diversificata ed inclusiva in cui l’interazione tra partecipanti  è un’esperienza arricchente e stimolante.

Hai capito subito quali erano le tue passioni?

Che io ricordi, sono sempre stato affascinato da ciò che è diverso, si trattasse di persone, cibi, storie, musica; la scelta di frequentare un liceo classico è nata dall’idea delle lingue come un enigma da decifrare, maturata in seguito a un periodo di studio amatoriale della lingua elfica de ‘Il Signore degli Anelli’ verso il finire delle scuole medie. Poter cogliere e comprendere delle culture così distanti nel tempo e utilizzare il loro strumento comunicativo è sempre stato motivo di entusiasmo per quanto appreso in classe, entusiasmo che si è però spento durante il periodo di pandemia. Ho quindi pensato che lanciarmi sulle lingue contemporanee fosse la scintilla che potesse riaccenderlo, ma così non è stato. Il ritorno all’antichità si è invece rivelato la fiamma necessaria, alimentata dalla diversità delle culture e popolazioni prese in analisi dal corso in Ancient Civilizations for the Contemporary World, e ciò ha portato una nuova vitalità, che mi ha visto anche candidarmi alla rappresentanza studentesca, con l’obiettivo di custodire e occuparmi di questo corso e far sì che anche altri possano coltivare le proprie passioni e trarre le stesse soddisfazioni che sto ottenendo io.

Scegliere l'Università, e un corso in particolare, può essere un percorso complicato. Tu come hai fatto?

Ho ottenuto il diploma di maturità nel 2021: la pandemia ha influenzato innanzitutto la mia crescita, ma anche le aspettative circa il liceo classico in cui mi trovavo, lasciandomi piuttosto incerto sul futuro. Ho quindi optato inizialmente per un percorso in ambito linguistico, vista la passione con cui avevo affrontato il greco e il latino, ma mi sono in seguito reso conto che il mio vero interesse stava nelle culture alla base di queste lingue. Una volta scoperto, il passaggio a questo corso è stato immediato e privo di dubbi.

Cosa significa per te fare parte della comunità cafoscarina?

Provenendo da un piccolo paese, la vita in una città universitaria come Venezia è stata un grande cambiamento: uscire dal contesto provinciale mi ha mostrato una vasta gamma di identità, e ho avuto modo di incontrare e conoscere persone diverse con cui dialogare e condividere interessi e hobby.

Quali sono i tuoi 'luoghi del cuore' della vita universitaria?

Sono grato che essere studente di Ca’ Foscari permetta una più facile frequentazione dei luoghi culturali di Venezia, e ho un particolare legame con il MAO di Ca’ Pesaro, visitato più volte e oggetto di una mia ricerca, e con il Cinema Dante di Mestre, sede del cineforum Quarta Parete, dove coltivo la mia seconda passione più grande, quella per i film.

Hai un’attività a cui ti dedichi grazie all'esperienza universitaria?

La rappresentanza studentesca è certamente un’attività con cui non mi sarei mai aspettato di interagire prima di frequentare questo corso. Dopo una mia candidatura piuttosto titubante, si è rivelata invece essere più nelle mie corde di quanto mi aspettassi, ed è tuttora motivo di grande soddisfazione personale e, a quanto sembra, di effettivi sviluppi in positivo per la comunità del nostro corso: assieme al mio collega,  ci siamo attivati non solo per raccogliere le istanze di studenti e studentesse, ma anche per creare coesione, collaborando con il corpo docente per l’organizzazione e la promozione di viaggi di studio, visite guidate, conferenze e attività di teambuilding.

Che consigli vorresti dare alle nuove matricole cafoscarine?

Per prima cosa direi di paragonarsi agli altri solo fino a un certo punto: ognuno ha i suoi vissuti, i suoi punti forti e quelli deboli, e l’idea di “restare indietro” o di fare la scelta sbagliata non meritano la paura e le preoccupazioni che ci causano; dobbiamo porci degli obiettivi ma non imporci dei limiti (semicit.) Poi consiglierei di osare, di rivolgere quella domanda ai professori anche se sembra banale o stupida se però serve a sanare una propria curiosità, di proporre ai propri compagni quell’idea su un progetto o un’attività, di tentare quell’esame anche se non ci si sente pronti al massimo; sono tutte cose che arricchiranno il nostro percorso e di cui ci ricorderemo molto più del singolo voto o capitolo  del manuale.

 

Dove ti vedi tra 10 anni?

Sto cercando di non proiettarmi troppo nel futuro e di godermi il presente, apprezzando specialmente i progressi fatti negli ultimi anni, per cui non so rispondere con certezza: mi piacerebbe però di certo operare nel campo dei Cultural Heritage studies, lavorando a contatto con le comunità locali e se possibile all’estero, che si tratti di divulgazione, museologia o ricerca su problemi quali il turismo etico e l’impatto ambientale; ma anche mettere radici a Venezia non mi dispiacerebbe, viste le possibilità che questa città mi sta offrendo e sono sicuro continuerà ad offrire.

Francesca Favaro