Ostriche, mosaici, affreschi romani nel sito sommerso di Lio Piccolo

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Dopo tre settimane di lavori, si è conclusa la quarta campagna di scavo archeologico sul sito di Lio Piccolo, lungo canale Rigà, nella laguna nord. I lavori sono stati condotti in concessione ministeriale dal Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università Ca’ Foscari Venezia, diretti da Carlo Beltrame, professore di Archeologia marittima, assistito dalla ricercatrice Elisa Costa.

Allo scavo, che è un importante cantiere-scuola, hanno partecipato dottorandi e studenti di archeologia muniti di brevetto subacqueo.

La nuova campagna ha permesso di conoscere meglio una vasca per il mantenimento in vita di ostriche, conservate all’interno a centinaia, costruita in mattoni e legno. La vasca (vivarium) è stata costruita circa nella seconda metà del I secolo d.C. ad una quota attuale di oltre 3 metri sul livello medio del mare. Le variazioni del livello del mare e i fenomeni di subsidenza che hanno agito dall’età romana ad oggi permettono di ipotizzare che la vasca in antico fosse allagata per circa un metro e mezzo. La struttura, attraverso un sistema di circolazione dell’acqua non ancora noto, doveva permettere di mantenere vive le ostriche, forse cresciute altrove.

All’interno del vivarium sono stati rinvenuti due ambienti in mattoni sesquipedali suddivisi a loro volta da due coppie di gargami in legno muniti di paratie che dovevano garantire la separazione delle ostriche da altre specie di molluschi. Oltre alle ostriche, infatti, sono stati rinvenuti altri mitili oggetto di studio da parte di Irene Guarnieri del Cnr-Ismar di Venezia, istituto che da anni sta studiando la scomparsa dell’Ostrea Edulis dalla laguna, avvenuto nei primi anni del Novecento.

Questa struttura ha un unico confronto con una vasca simile scavata nella laguna di Narbonne all’interno di una grande piscina romana per allevare varie specie di pesci. In entrambi i casi le condizioni anossiche dei sedimenti (a Lio Piccolo argilla lagunare) hanno permesso la straordinaria conservazione di elementi lignei delle strutture.

Il vivarium è stato messo in luce nella sua larghezza di quasi due metri e per una lunghezza di quasi 8 metri. Future indagini stabiliranno la lunghezza effettiva. La campagna 2024 ha permesso di riconoscere una struttura in pali e tavole, la cui datazione sarà oggetto di studio nei prossimi mesi, impiantata sul fondale quando ormai il vivarium era stato sepolto dai sedimenti lagunari e presumibilmente dimenticato.

L’area di scavo ha restituito una grande quantità di tessere di mosaico e frammenti di affresco di pregio che, assieme a ceramica fine e alla preziosa gemma rinvenuta nel 2023, indicherebbero la presenza di una dimora di pregio. Da un lato della vasca d’altronde partono delle fondazioni in pali in quercia di dimensioni tali da far pensare all’effettiva presenza dei resti di un edificio importante che sarà oggetto di scavo nei prossimi anni.

La grande quantità di legno sta permettendo di fornire datazioni precise attraverso le tecniche della dendrocronologia e del radiocarbonio. Campionamenti di sedimenti permetteranno alle archeobotaniche di ricostruire l’ambiente dell’epoca attraverso lo studio di macroresti e del polline.

I rilievi subacquei sono stati eseguiti grazie ad un abile uso della fotogrammetria digitale applicata a bassissima visibilità che ha permesso ad Elisa Costa, ricercatrice del Dipartimento di Studi Umanistici, di restituire un modello 3D dell’area che verrà unito a quelli realizzati nelle scorse campagne di scavo in modo da restituire un modello digitale complessivo di tutta l’area indagata. Rilievi attraverso multi-beam e resistività elettrica, condotti in collaborazione con Jacopo Boaga, professore dell’Università di Padova, e l’impresa Codevintec di Milano, hanno permesso di delimitare l’ampiezza dell’area archeologica nelle tre dimensioni.

Per il primo anno, lo scavo è stato aperto a ben tre incontri con il pubblico organizzati dal Comune di Cavallino-Treporti nell’ambito dell’iniziativa “Incontri tra archeologia e comunità”, di cui uno dedicato ai bambini, che hanno permesso di far conoscere l’attività in corso alla comunità locale e ad appassionati che hanno raggiunto il luogo di scavo.

Gli scavi sono stati eseguiti grazie ad un finanziamento del Comune di Cavallino-Treporti e del progetto PNRR CHANGES. In particolare, lo scavo si inserisce nel sotto-progetto "Historical Landscapes, Traditions and Cultural Identities", finalizzato alla ricostruzione dei paesaggi storici e archeologici di cui l’Università Ca’ Foscari Venezia è partner attraverso il caso studio della laguna di Venezia. Il sito sommerso di Lio Piccolo è stato scelto come indicatore per lo studio del paesaggio e del popolamento in età romana.

Lo stesso sito peraltro è un caso studio del progetto PRIN 2022 "The lagoon of Venice in Antiquity. Settlement dynamics, adaptive behaviours, paleoenvironmental reconstructions", coordinato sempre dal professor Beltrame, in collaborazione con Paolo Mozzi, professore di Geologia dell’Università di Padova, e Adele Bertini, palinologa dell’Università di Firenze. Lo scavo ha visto il supporto tecnico dell’impresa Archeotecnica di Venezia e la sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna.

Enrico Costa