Si avvia a conclusione con la presentazione del libro, l'inaugurazione del cortile restaurato e lo spettacolo, l’ampio progetto, “Tutto il tempo in un cortile’: il Sacrario dei caduti cafoscarini nei conflitti del Novecento” inserito nell’ambito delle celebrazioni per i 150 anni dell’Ateneo. L’iniziativa di ricerca, di stampo marcatamente interdisciplinare, ha sollecitato un gruppo di docenti, studenti e neo-laureati di discipline diverse a studiare la piccola corte quattrocentesca, nel cuore della sede centrale, che ospita il sacrario dei cafoscarini caduti nei conflitti del Novecento. Dopo il convegno di studi tenutosi nel giugno scorso, la realizzazione del database con la ricostruzione delle vite dei 246 caduti, il restauro delle parti lapidee del cortile e della statua, la realizzazione del tour virtuale martedì 18 dicembre sarà la volta della presentazione del libro “La corte della Niobe” a cura di Francesca Bisutti ed Elisabetta Molteni, seguito nella stessa serata dallo spettacolo teatrale ‘E serbi un sasso il nome’: memorie dei cafoscarini caduti una drammaturgia tratta dalle biografie di studenti e docenti caduti e a partire dalle loro memorie a cura di Paola Bigatto.
PRESENTAZIONE DEL VOLUME
LA CORTE DELLA NIOBE
Il Sacrario dei Caduti cafoscarini
a cura di Francesca Bisutti ed Elisabetta Molteni
martedì 18 dicembre 2018 alle ore 17.30
Aula Baratto Ca’ Foscari, Dorsoduro 3246 – Venezia
Proprio nel cuore di Ca’ Foscari, nel cortile interno di Palazzo Giustinian dei Vescovi, sorge la statua di marmo della Niobe, una scultura eseguita da Napoleone Martinuzzi nel 1946, che raffigura una madre piangente che si copre il volto con le braccia, metafora del cordoglio dell’ateneo per i suoi figli caduti, i cui nomi sono riportati sulle lastre di marmo alle sue spalle.
Il monumento è stato restaurato, si è provveduto anche alla ricollocazione del basamento della statua nella sua posizione originaria e alla riattivazione della fontana.
La statua richiama il mito greco di Niobe, madre di 14 figli che vennero uccisi. Trasformata in pietra dal dolore, fu trasportata dagli dei sulla cima di un monte dove non smise mai di piangere e le sue lacrime furono così tante che generarono una fonte.
“Secondo l’antichissimo mito - spiegano Francesca Bisutti, ed Elisabetta Molteni curatrici del libro - Niobe è madre superba, responsabile della morte dei propri figli. Alcuni dei nostri autori vedono la statua come figurazione di una Patria colpevole o di una ‘serenissima’ regina in lacrime. Altri si appoggiano a diverse versioni del mito: Niobe è vittima dell'invidia degli dei, punita per essere tanto bella da divenire la prima mortale amata da Zeus, oppure è madre primordiale generatrice di vita e come tale stretta in vincolo indissolubile al tragico destino dei figli. Lo scultore si è ispirato alle molteplici interpretazioni del mito, cogliendole tutte per dare significato alla collocazione, al centro del Sacrario, della statua dal bianco corpo sontuoso. Il dolore la sta trasformando in pietra e un'iscrizione in greco sul basamento ci dice della sua metamorfosi: «Niobe infelicissima che nel sepolcro di pietra perennemente piangi». La scultura «è posata [...] dentro l'anello di una bassa fontana e l'acqua scende nella conca con uno stillicidio silenzioso». Sono le sue lacrime, che sgorgheranno in eterno”.
Gli autori del volume offrono la storia di questo importante luogo della memoria, abitato dalla sventurata Niobe e dai duecento e più nomi ricordati nelle lapidi. Attraverso lo studio dei documenti, si è tentato di ricostruire alcune di quelle generose, brevi vite. La corte, restaurata, viene restituita alla comunità cafoscarina e alla città.
Il libro è edito da Edizioni Ca’ Foscari, 2018 e contiene saggi di:
Isabella Adinolfi, Eleonora Balliana, Francesca Bisutti, Anna Bozzo, Loredana Bolzan, Alessandro Casellato, Lavinia de Ferri, Gregory Dowling, Marco Fincardi, Stefano Galanti, Elisa Goldin, Giuseppe Goisis, Mario Isnenghi, Renate Lunzer, Elisabetta Molteni, Gian Luigi Paltrinieri, Piero Pasini, Luigi Perissinotto, Giulio Pojana, Cecilia Rofena, Marco Romio, Antonella Sattin, Nico Stringa, Riccardo Trazzi, Davide Vallotto, Elisabetta Zendri.
L’Iniziativa è promossa nell'ambito delle celebrazioni per i 150 anni dell’Ateneo con il contributo dei Dipartimenti di Filosofia e Beni Culturali, Scienze Ambientali, Informatica e Statistica, Studi Umanistici
Seguirà alla presentazione del libro, alle 18.30, l’inaugurazione della ‘Corte della Niobe’ restaurata.
Programma
Saluti istituzionali
Michele Bugliesi, Rettore Università Ca’ Foscari Venezia
Intervengono
Flavio Gregori, Prorettore alle Attività e rapporti culturali di Ateneo Università Ca’ Foscari Venezia
Eugenio Burgio, Presidente di Edizioni Ca’ Foscari
Simona Salustri, Docente di Storia contemporanea all’Università di Bologna
Francesca Bisutti ed Elisabetta Molteni, curatrici del volume
SPETTACOLO TEATRALE
“E serbi un sasso il nome”: memorie dei cafoscarini caduti”,
Teatro Ca' Foscari a Santa Marta
Martedì 18 - Mercoledì 19 dicembre ore 20.30
Giovedì 20 dicembre ore 10 matinée per le scuole
drammaturgia Paola Bigatto
regia Stefano Pagin
da un’idea di Francesca Bisutti
costumi Elettra Del Mistro
luci Cristiano Colleoni
con gli allievi del III anno della Scuola Teatrale Regionale di Eccellenza all’interno del Modello Veneto Te.S.eO
Maria Anolfo - Erica Bianco - Riccardo Bucci - Giulia De Vecchi - Anna Delbello - Elena Ferri - Luca Goldoni - Helga Greggio - Claudia Manuelli Sathya Nardelli - Silvia Pallotti - Tommaso Mattia Russi - Marco Sartorello - Elisa Scatigno - Paolo Tosin
Lo spettacolo è realizzato nell’ambito dell’Accordo di Programma tra la Regione del Veneto e il Teatro Stabile del Veneto in partenariato con Accademia Teatrale Veneta, finalizzato alla realizzazione del Modello Veneto Te.S.eO. - Teatro Scuola e Occupazione.
Produzione Teatro Ca’ Foscari – Fondazione Ca’ Foscari
In collaborazione con Accademia Teatrale Veneta
Lo SPETTACOLO TEATRALE: “E serbi un sasso il nome”: memorie dei cafoscarini caduti, nato dalla collaborazione tra Teatro Ca’ Foscari e Accademia teatrale veneta, sarà rappresentato nei giorni 18 e 19 dicembre al Teatro di Santa Marta con la drammaturgia di Paola Bigatto e la regia di Stefano Pagin. Gli interpreti saranno quattordici allievi dell’Accademia.
"Un luogo di ricordo, una statua, un elenco di nomi: la ricerca sul sacrario dei caduti cafoscarini, svolto da docenti e studenti dell’Università Ca’ Foscari, ha fatto venire alla luce diari, lettere, atti notarili, testimonianze... testi lontani dalla scrittura teatrale, ma che raccontano come quei nomi siano arrivati a essere incisi su quelle pareti di pietra in quel cortile dell’Università veneziana. Le storie di questi giovani, insieme alla storia dell’edificazione del sacrario, saranno la base per una drammaturgia originale, in parte affidata ai giovani allievi attori che incarneranno i protagonisti delle nostre storie: soldati della Prima Guerra Mondiale, ma anche madri, sorelle, fidanzate, le tante ‘Niobi’ prodotte dalla storia". [Paola Bigatto]
"Proverò ad affrontare questa messa in scena insieme agli attori e a Paola Bigatto, la drammaturga che ha selezionato le informazioni storiche e ‘umane’ di cui disponiamo, iniziando con un gioco simile a questo. Inventare o scoprire delle vite dietro corrispondenze, spesso edulcorate per nascondere ai propri cari gli orrori della guerra, diari, foto, documenti, articoli di giornali, dovrebbe essere un po’ lo stesso tipo di esercizio. Così, forse, ci riuscirà di avvicinare nel modo più empatico possibile gli esseri umani di cui parleremo. Una cosa precisa ci siamo detti tutti, al di là del work in progress, fin dall’inizio del progetto: non vogliamo parlare di morte, ma di vita e giovinezza." [Stefano Pagin]
Gli spettacoli sono a ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili
È consigliata vivamente la prenotazione all'indirizzo prenota.teatrocf@unive.it
MAGGIORI INFORMAZIONI SULLO SPETTACOLO
Spettacolo teatrale “E serbi un sasso il nome: memorie dei cafoscarini caduti