La vicenda di Jj4, tra gestione e tutela della fauna selvatica

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Foto di Robert Balog da Pixabay

L’orsa bruna Jj4, ritenuta responsabile della morte di un giovane runner trentino, è rinchiusa dal 18 aprile nel centro di recupero della fauna Alpina di Casteller (TN). L’ordinanza di abbattimento emanata dal Presidente della Provincia Autonoma di Trento, è stata sospesa dal Tar dopo il ricorso delle associazioni animaliste ed è fissata una nuova udienza l’11 maggio per consentire alla Provincia di produrre documentalmente il parere dell’ISPRA.

Questa vicenda, che ha animato un ampio dibattito che coinvolge le istituzioni e la società, ci mostra la materia in tutta la sua complessità.

Abbiamo cercato di fare chiarezza sugli aspetti giuridici della situazione con il professor Marco Olivi, direttore del Master in Amministrazione e gestione della fauna selvatica del Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali.

Professore, qual è il destino dell’orsa Jj4?

Molto dipenderà dall’esito del giudizio. Intanto attendiamo di capire se il Tar dichiara illegittimo il provvedimento d’urgenza del Presidente della Provincia di Trento, contestato dalla Lav perchè non era stato previamente sentito l’ISPRA. A mio avviso, nella vicenda, ci sono due contraddizioni. Non mi sembra ci siano i presupposti di un’ordinanza di necessità e urgenza in presenza di un piano d’azione come quello per la conservazione dell’orso bruno (il PACOBACE), nel quale sono dettagliatamente elencate le specifiche azioni da intraprendere in relazione a specifici comportamenti di individui della specie. La seconda contraddizione è che, se si accetta invece la possibilità di un’ordinanza contigibile e urgente, allora non è necessario il parere dell’ISPRA. In sostanza l’urgenza giustifica la deroga alla necessità del parere dell’ISPRA previsto nel procedimento ordinario.

In questi giorni emerge con forza la necessità di capire cosa significa gestire la fauna selvatica. Che competenze prevede questa figura professionale?

Per una ottimale gestione della fauna selvatica è necessario avere un approccio multidisciplinare, vanno messe in campo competenze variegate: giuridiche, economiche, etiche oltre a quelle di biologia, zoologia, etologia. Bisogna conoscere i comportamenti degli animali, le normative di riferimento, saper studiare gli impatti economici su una precisa comunità ed essere in grado di valutare aspetti etici prima di prendere decisioni.

Il Master in Gestione della fauna selvatica forma persone in grado di affrontare la complessità delle questioni con una visione ampia e consapevole, proprio perché strutturato su corsi relativi a tutte le materie appena citate.

Ha già nominato il Pacobace. Come è tutelata la biodiversità a livello normativo?

Sull’importanza della tutela dell'ambiente e della biodiversità non posso non partire dall’articolo 9 della Costituzione, recentemente riformato per far entrare questi temi nella nostra carta costituzionale, che recita: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali.”

C'è anche una direttiva europea di riferimento, la direttiva Habitat (92/43/CEE), che stabilisce misure per assicurare il mantenimento, il ripristino e uno stato di conservazione soddisfacente degli habitat e delle specie di ‘interesse comunitario’. A livello nazionale esiste una normativa di diritto interno, in attuazione della direttiva Europea, e dal 2010 un piano di azione interregionale per la conservazione dell’orso bruno nelle Alpi centro-orientali, conosciuto con l’acronimo Pacobace, che prevede politiche gestionali per assicurare la coesistenza dell’orso bruno con l’uomo.

Ai sensi della direttiva Habitat, l’orso bruno, come anche il lupo o lo sciacallo dorato e diverse altre specie, sono considerate specie a rischio estinzione e quindi si prevede per loro un regime di particolare protezione. Gli esemplari non possono essere catturati, abbattuti, commerciati, disturbati.

Esistono però deroghe, consentite per la tutela di particolari interessi pubblici, tra cui la sicurezza, o i danni all’economia, e purché sussistano due condizioni: la specie deve essere in uno stato di conservazione soddisfacente e non esistono metodi alternativi all’abbattimento o alla cattura.

La normativa interna riprende queste regole e individua come soggetto decisore il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica sentito previamente l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA). Questo avviene in tutta Italia tranne che nelle province autonome di Trento e Bolzano, dove la competenza è del presidente della Provincia, una volta sentito l’ISPRA, organo tecnico del Ministero.

Perché l’orso è stato reintrodotto nell’arco alpino?

Alla fine degli anni ’90 l’orso bruno si era quasi completamente estinto nell’arco alpino, ed è stata avviata una reintroduzione co-finanziata dall’Unione Europea nell’ambito di una strategia di conservazione della specie.

Il Pacobace contiene indicazioni dettagliate sulla convivenza uomo-orso e sulle misure da adottare per prevenire e risarcire eventuali danni o situazioni pericolose causate da esemplari problematici, sulla struttura delle campagne di informazione e comunicazione, sulla formazione del personale, e sul monitoraggio della popolazione. Occorre sottolineare che anche gli strumenti repressivi come la cattura e l’abbattimento sono previsti ai fini della conservazione perché necessari ad assicurare che la presenza dell’orso sia accettata dalla collettività.

Il piano prevede la possibilità di abbattimento e cattura, in presenza di comportamenti non occasionali che qualificano l’orso come dannoso o pericoloso. Ma occorre considerare che anche individui non problematici possono essere pericolosi in determinate condizioni come ad esempio quando ci sono cuccioli o si stanno cibando.

Da esperto, cosa è mancato secondo lei in tutta questa vicenda?

Non ho elementi sufficienti per esprimere un parere approfondito, però colgo l’occasione per anticipare che sto organizzando un convegno sui grandi predatori, quindi anche il lupo oltre all’orso.

L’evento si terrà a Ca’ Bottacin il 30 giugno e vedrà la partecipazione del Presidente del Tribunale di Trento che ha appunto sospeso, come dicevamo, l’ordinanza di abbattimento adottata dalla Provincia di Trento. Parteciperanno anche i ricercatori che hanno seguito la reintroduzione dell’orso in Trentino, oltre ad altri autorevoli studiosi di diritto e di biologia.

Sarà l’occasione per approfondire tutti i temi ai quali abbiamo accennato. Colgo anche l’occasione per anticipare che è di prossima pubblicazione un volume collettaneo da me curato, intitolato “Il lupo tra mito e realtà”, considerato che anche per il lupo si pongono le stesse questioni che oggi vediamo per l’orso bruno, ed in maniera molto più diffusa nel territorio nazionale e Veneto in particolare.

Federica Scotellaro | Sara Moscatelli