La voce dei migranti in Ecuador nel primo progetto ERC "PoC" di Ca’ Foscari

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Valerio Simoni, antropologo e vincitore di un ERC Proof of Concept con Ca' Foscari

Quando la crisi economica del 2008 investì l’Europa, un numero consistente di ecuadoriane ed ecuadoriani che vivevano in Spagna decisero di rifare le valigie e tornare nel loro Paese. Lì hanno vissuto ulteriori crisi: economiche, politiche, sanitarie. Nelle loro peregrinazioni alla ricerca di una vita migliore, attirati dalle sirene dello sviluppo economico e pressati dalle aspettative delle loro famiglie, questi migranti si sono trovati a dover abbassare e rivedere le loro aspirazioni.

Hanno riconsiderato il valore di una 'vita semplice', o perlomeno 'sopportabile'. Una vita che potevano effettivamente permettersi, il tutto in un contesto in cui centinaia di migliaia di venezuelani e venezuelane affluivano a loro volta in Ecuador, suscitando accesi dibattiti pubblici e politici sui flussi migratori e le loro diverse implicazioni.

Storie intrecciate di migrazioni tra Ecuador, Cuba, Spagna e ritorno, sono state studiate da vicino dall’antropologo svizzero Valerio Simoni e dal team del suo progetto “BETLIV” condotto al Geneva Graduate Institute grazie a un finanziamento ERC Starting Grant.

Ora, Simoni intende tornare sul campo per mettere alla prova quanto ha scoperto, sperimentare metodi innovativi di ricerca partecipativa e trarre da queste esperienze dei messaggi utili alle organizzazioni che si occupano di migrazioni, dalle ong alle agenzie dell’Onu.

Lo farà all’Università Ca’ Foscari Venezia grazie a un finanziamento “Proof of concept” di 150mila euro, un grant dello European Research Council finalizzato alla verifica sul campo e all’applicazione di risultati di ricerca. Si tratta del primo grant ERC PoC che sarà condotto a Ca’ Foscari (per saperne di più su ERC a Ca' Foscari).

“L'obiettivo è far dialogare persone con traiettorie migratorie diverse, esplorando le loro aspirazioni e prospettive future - spiega Valerio Simoni - Il progetto prevede collaborazioni con due importanti ong locali per valutare le difficoltà legate alla migrazione, utilizzando metodi partecipativi e tecniche multimodali - dalla fotoelicitazione all'audiovisivo – volte a facilitare il coinvolgimento di popolazioni migranti e a diversificare le modalità di comunicazione con i vari partner toccati dalla ricerca”.

“Siamo partiti alcuni anni fa con l’idea di comprendere quale idea di 'vita migliore' spingesse i migranti ad attraversare confini ed oceani - aggiunge l’antropologo cafoscarino - e siamo giunti a elaborare un concetto di 'vita semplice' o 'vita sopportabile', ascoltando i migranti tornati nei loro paesi latinoamericani e le loro aspirazioni per una vita che non tende più necessariamente verso l’alto o il successo, ma verso un ideale più legato alla semplicità e alla frugalità, anche a dispetto delle pressioni della famiglia e del contesto sociale da cui erano partiti”.

Agli intrecci di traiettorie migratorie, dunque, si intersecano dinamiche relazionali, etiche, economiche, la cui migliore comprensione può essere alla base di nuove azioni di supporto e politiche sociali.

“Il nostro scopo con il nuovo progetto BEARLIV è creare innovazione sociale elaborando assieme alle persone coinvolte delle strategie trasferibili”, conclude Simoni, che nei prossimi mesi trascorrerà un mese di lavoro sul campo con il supporto del collega Jérémie Voirol, ricercatore specializzato sul caso ecuadoriano, di studenti della Facoltà Latino-Americana di Scienze Sociali (FLACSO Ecuador) e delle organizzazioni locali Corredores Migratorios e Corporación Alianza Migrante.

Enrico Costa