Erasmus a Valencia, in prima linea negli aiuti alla popolazione

condividi
condividi

Università chiuse, lezioni sospese, collette per aiutare la popolazione colpita dal nubifragio e fango da spalare. Anche la comunità universitaria di Valencia, dopo la tragedia, si è subito messa a disposizione per essere d’aiuto, sia in maniera spontanea che sotto il coordinamento diretto delle Università, in prima linea nelle attività di volontariato. Tra i giovani e le giovani volontarie, c’erano anche molti stranieri che si trovano in Spagna per il progetto Erasmus, e che hanno deciso di non partire nonostante la difficile situazione dovuta a quell’evento eccezionale, la ‘Dana’, che ha fatto cadere in poche ore la pioggia di un anno intero. 

Tra gli studenti e le studentesse in Erasmus a Valencia, ce ne sono una decina che arrivano da Ca’ Foscari e che il 29 ottobre – come tutti in quelle zone – hanno ricevuto il segnale di allarme sui loro cellulari.

“In quel momento ero in camera mia e mi sono sorpreso. Erano previste forti piogge ma né io né i miei coinquilini immaginavamo una cosa simile - racconta Alberto Callegari, studente di Digital Management a Ca’ Foscari nel campus di H-Farm, in Erasmus all’ Università di Valencia. - Abbiamo capito la gravità della situazione quando nei gruppi whatsapp hanno cominciato a circolare i primi video del disastro che stava colpendo altre zone della città”.

Alberto, come molti altri, ha deciso fin da subito che doveva aiutare come poteva, e si è recato nei punti di coordinamento logistico indicati dalle istituzioni, dove ha dato una mano a preparare i pacchi con i generi di prima necessità, come acqua e vestiti, da recapitare alle persone colpite dall’alluvione. 

A colpirlo, fin da subito, il numero di persone scese in strada ad aiutare, e tra loro i tantissimi giovani in Erasmus, a testimoniare quanto la comunità di Valencia e quella Erasmus siano coese e pronte ad aiutarsi reciprocamente.

Nei giorni successivi quando la situazione era più agibile nella provincia, l’università ha organizzato degli autobus per trasportare i volontari nelle zone più colpite.

“Io, insieme ad altri, ho preso il bus per Aldaia, una cittadina nella comunità autonoma valenciana. Lì abbiamo assistito le persone anziane e abbiamo aiutato a sistemare i danni dell’alluvione, nello specifico in un asilo nido sommerso dal fango. Mi ha colpito molto l’incontro con una signora che ci ha ospitato mentre spalavamo il fango. Abitava al piano terra ed aveva perso tutto a causa dell’acqua che le aveva inondato la casa. È stata nel mio piccolo una esperienza molto intensa, mi ritengo fortunato perché non ho subìto danni diretti, e proprio per questo voglio essere vicino alle persone che hanno perso i propri familiari e tutto quello che avevano. Ho visto persone di tutte le età con voglia di collaborare, una vera ‘unione che fa la forza’ e che è determinata dalla spinta di volersi rialzare. Tutta questa esperienza mi ha fatto riflettere su quanto noi esseri umani siamo impotenti di fronte a certe situazioni e tutto può cambiare in poco tempo. È stata un’occasione per capire su quanto siamo ricchi e quanto sia importante apprezzare ciò che si ha nel momento presente.”

Federica Scotellaro