Settimo Rapporto di Ca' Foscari sui Comuni italiani

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Image by Valter Cirillo from Pixabay

Giovedì 17 ottobre 2024 a Treviso, in occasione del Festival della Statistica, è stato presentato al pubblico il Rapporto Ca’ Foscari sui comuni italiani edito da Castelvecchi, giunto alla settima edizione. Lo hanno presentato Marcello Degni, magistrato della Corte dei conti nonché docente a Ca’ Foscari e co-direttore del Master in Pubblica Amministrazione, Andrea Ferri, responsabile della Finanza Locale ANCI-IFEL ed Eleonora Luciani, del Centro Governance & Social Innovation dell’Università Ca’ Foscari. L'incontro è stato moderato da Stefano Campostrini, ordinario di Ca’ Foscari e direttore del Centro Governance & Social Innovation. Vi hanno partecipato inoltre Alessandro Canelli, Sindaco di Novara e Presidente di IFEL, Andrea Benettin, Direttore Factoring & Leading BFF Bank S.p.a., Gianluigi Sbrogiò, Gruppo Kibernetes S.r.l.

Al suo settimo anno di vita, il Rapporto Ca’ Foscari sui comuni italiani, curato dal Centro Governance & Social Innovation in collaborazione con Fondazione IFEL e edito da Castelvecchi, si conferma come fondamentale contributo informativo e di riflessione sui comuni, organismi fondamentali del nostro Paese.

Con l’Europa impegnata nella transizione verde e nella digitalizzazione, il motto think globally and act locally, porta a pensare ai comuni quali luoghi di concretizzazione di queste macro-politiche e di realizzazione di grandi valori e obiettivi europei. In questo ruolo dovrebbero essere riconosciuti e sostenuti, anche nel più accidentato scenario che si sta determinando con le nuove regole di governance economico-finanziarie dell’Unione. 

Il Rapporto Ca’ Foscari rappresenta il prodotto della ricerca interdisciplinare del team di Ca’ Foscari e coinvolge, ogni anno, esperti e accademici nazionali e internazionali di comprovato spessore. I temi di approfondimento del settimo volume vanno dalla gestione associata delle funzioni, alla riforma della contabilità dei comuni, dall’applicazione nazionale della nuova governance finanziaria europea, al lavoro nel comune, dallo stato di avanzamento del PNRR, alle novità normative che hanno interessato i comuni.

Partendo dall’analisi di tutta la documentazione relativa alla criticità finanziaria dei comuni (documentazione informatizzata e caricata su una banca dati, oggi disponibile in rete a questo indirizzo sono state realizzate le analisi di flusso che restituiscono un quadro non rassicurante.  I dati quest’anno confermano l’andamento emerso l’anno scorso e una forte dinamica del fenomeno.

Nel corso del 2023 69 Comuni (40 nuovi riequilibri e 29 nuovi dissesti) hanno manifestato una elevata criticità finanziaria (nel 2022 il numero complessivo era stato di 70 comuni). Rispetto agli anni 2021 e 2022, tuttavia, sono diminuiti i riequilibri ed aumentati i dissesti. Sono stati coinvolti 572.636 abitanti e lo squilibrio totale ammonta a 804,2 milioni di euro. Cinque i casi in cui si è verificata una "falsa partenza": tre comuni siciliani e due comuni laziali (non sono riusciti ad approvare il Piano dopo l’attivazione della procedura e sono finiti in dissesto) e in Calabria un ulteriore caso (è stata revocata in autotutela la procedura). Nel 2023 sono state quindi attivate 75 nuove procedure di crisi finanziaria. 

Quanto allo stock, le procedure attivate dal 1989 (anno di istituzione del dissesto finanziario) e dal 2012 (anno di introduzione della procedura di riequilibrio) sono state, al 31 dicembre 2023, 1.309 (762 dissesti e 547 riequilibri), corrispondenti a 973 comuni. Anche quest’anno si conferma la forte connotazione territoriale, con una prevalenza del fenomeno nel Mezzogiorno – in particolare Calabria, Campania e Sicilia – mentre il numero dei piccoli comuni coinvolti prevale in valore assoluto, ma non in rapporto alla classe di popolazione di appartenenza, dove si può notare la maggiore incidenza della criticità finanziaria in quelli più grandi.

La ricerca conferma che il sistema vigente di gestione delle crisi finanziarie dei comuni non è adeguato al fine dallo stesso perseguito, scarsamente tempestivo e non adeguatamente incisivo sotto il profilo del sostegno ai comuni in termini di affiancamento e formazione.  Ancora una volta emerge la necessità urgente di modificare la disciplina vigente in condivisione con i soggetti destinatari. 

Federica Ferrarin