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15 Apr 2025 17:30

Writers in conversation: Danilo Kiš

Sala Berengo, Ca’ Foscari - Dorsoduro 3246, Venezia

Un appuntamento per ricordare la figura dello scrittore Danilo Kiš

Oto Horvat, Włodek Goldkorn e Marija Bradaš conversano a partire dal volume Salmo 44, recentemente pubblicato dalla Casa Editrice Adelphi

 

«Una sorta di reportage romanzesco sull’universo concentrazionario tedesco». Così, nel 1986, Danilo Kiš definì «Salmo 44», uscito nel 1962, rimproverandosi di «certe cose dette, per mancanza di esperienza, in maniera troppo diretta». Sarebbe tuttavia ingeneroso ridurre questo testo duro e folgorante – ispirato dalla lettura di un articolo di giornale su una coppia di sopravvissuti ad Auschwitz in visita al museo del lager – ad acerba prova giovanile. Le ore spasmodiche che precedono la fuga notturna di Maria, insieme al figlio neonato Jan e alla compagna di prigionia Jeanne, dal campo di Birkenau si dilatano infatti a dismisura nel flusso caotico dei ricordi della giovane protagonista, barcollante «sul limite dell’incoscienza» negli attimi che la separano dalla salvezza o dalla fine. Attraverso quei ricordi Kiš rievoca, con una scrittura che sembra fatta di corpi tremanti, non solo l’orrore dell’Olocausto e degli esperimenti di Josef Mengele, l’improvviso apparire dei «Für Juden verboten» sulle porte dei tram, il massacro di Novi Sad, ma anche l’incontro di Maria con Jakub, l’indimenticabile attesa di lei «in piedi nel buio, immobile» con gli occhi sgranati, chiusa nell’armadio, mentre tra Jakub e il dottor Nietzsche si consuma «un duello segreto, quel gioco pericoloso in cui uno dei giocatori ha dalla sua un fante di picche con due pugnali e l’altro ha soltanto lo scudo aereo dell’azzardo e della ragione». Kiš si conferma, fra coloro che hanno osato narrare il dramma abbattutosi sul popolo ebraico e sull’Europa centrale, voce tra le più potenti e memorabili.

 

Oto Horvat (1967) è un poeta, narratore e traduttore serbo di origini ungheresi, nato a Novi Sad (Serbia) e da anni residente a Firenze. Esordisce come poeta e traduttore di poeti ungheresi e tedeschi in serbo. Il romanzo lirico di impronta autobiografica Sabo je stao (2014) segna il suo esordio in prosa. Questo libro ha ottenuto un grande successo sia da parte del pubblico sia della critica, e vari riconoscimenti: è stato finalista al più importante premio letterario serbo, Nin, e vincitore dei premi Biljana Jovanović (Serbia) e Mirko Kovač (Croazia). Dopo il primo romanzo ha pubblicato una raccolta di racconti Celanovi ljubavnici e il secondo romanzo Noćna projekcija, incentrato sul passato della sua città natale. 

Włodek Goldkorn è nato in Polonia nel 1952, dove ha vissuto fino al 1968. Scrittore e giornalista, vive da tempo in Italia ed è stato a lungo il responsabile culturale del settimanale "l'Espresso". Ha scritto numerosi saggi e ha fondato e diretto “L’ottavo giorno” e “L’Europa ritrovata”, riviste dedicate all’ebraismo e all’Europa centro-orientale. Tra i suoi libri ricordiamo: Il bambino nella neve (2016, finalista Premio Sila e Premio Asti d’Appello 2017) e L’asino del Messia (2019).  È coautore, con Massimo Livi Bacci e Mauro Martini, di Civiltà dell’Europa Orientale e del Mediterraneo (2001), nel 2006 ha pubblicato per Bollati Boringhieri La scelta di Abramo. Identità ebraiche e postmodernità.

L'incontro si terrà in lingua italiana.
Ingresso libero.

Lingua

L'evento si terrà in italiano

Organizzatore

Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali Comparati, Venezia Legge i Balcani, ProgettoEccellenzaDSLCC2025, CFZwriters

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